• 29 Aprile 2024 5:09

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gio 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42

Riflessione Biblica

“Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi” (Lc 10,38-42). Accogliere Gesù è necessario per la nostra vita spirituale e di sequela del Signore che viene in noi e in mezzo a noi: non importa ciò che si fa, ma che “tutto quello che facciamo in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù” (Col 3,17), cioè in pieno ascolto della sua parola di vita e in comunione con lui. L’intimità con il Signore implica che ci apriamo a lui, ne ascoltiamo la voce e ne sentiamo la presenza nel nostro operare, sentire e pensare. La nostra vita si apre a lui: “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).Marta-Maria-e-Gesu-300x169 La parte migliore Marta accoglie Gesù: apre la porta della sua casa, gli offre ospitalità, desidera onorarlo nel migliore dei suoi modi femminili; la presenza del Signore era in lei e nel suo operare: in lei il volere e l’operare erano secondo un disegno di amore, servire il Signore nella carità. Con il suo operare ricorda a Maria una grande verità: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,) e che l’amore a Dio e a Gesù non può essere astrazione dalla realtà: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,17-18). Maria non parla, ma il suo atteggiamento silenzioso e attratto ricorda a Marta che rimanere in Gesù è necessario: “dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). Inoltre, “solo lui ha parole di vita eterna” (Gv 6,68) e la sua parola è luce: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105). Di più, lui è la nostra luce: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Così, mentre abbiamo Gesù nel cuore, crediamo e operiamo nella luce, per diventare figli della luce (Gv 12,36).

Lettura esistenziale

gesu-6-300x200 La parte migliore“Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta” (Lc 10, 41s). Sono stati versati fiumi d’inchiostro per spiegare questa pagina evangelica, ponendo soprattutto l’accento sul fatto che Maria raffigura qui la vita contemplativa e Marta invece la vita attiva. Personalmente voglio leggere questo racconto, che ci presenta un quadretto, a parer mio, veramente delizioso di vita familiare, con la semplicità con cui è stato scritto. Qual è quest’unica cosa necessaria, di cui c’è veramente bisogno e che Gesù addita nell’atteggiamento di Maria? Secondo me è semplicemente: l’attenzione all’altro. All’Altro, come in questo caso, con la “A” maiuscola: Dio, ma anche al fratello e alla sorella che ci stanno accanto.

Maria lascia tutto quello che sta facendo o che potrebbe fare, per prestare ascolto a Gesù, per ascoltarlo profondamente, col cuore, con tutta se stessa.

L’attenzione all’altro è la cosa più semplice del mondo, eppure spesso ci facciamo prendere da mille altre cose e trascuriamo quelle più importanti ed essenziali, poi quando la vita giunge al termine e impariamo a valutare le cose in modo diverso, ci chiediamo costernati: Cosa ne ho fatto della mia vita? Come ho speso il tempo che Dio mi ha donato?

Forse abbiamo lavorato da mattina a sera, ma poi non siamo stati capaci di prestare attenzione a Dio e a coloro che ci stanno accanto.

Le relazioni tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra amici, tra fratelli e sorelle di comunità, migliorerebbero sensibilmente se semplicemente ci concedessimo più tempo per guardarci negli occhi e chiederci: “Come stai?”