• 2 Maggio 2024 11:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Luigi Gonzaga

Letture: 2Re 19,9-11.14-21.31-35.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14

Riflessione biblica

“Entrate per la porta stretta: essa è stretta e angusta, ma conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,6.12-14). Risuonano nel nostro cuore tre “parole di Gesù”, perle di saggezza umana e spirituale, per per vivere in “pura sapienza del cuore”. “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci” (Mt 7,6): il Vangelo va annunciato ad ogni uomo, perché Dio vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). ma non tutti lo ricevono con rispetto e la dovuta sapienza del cuore. Essi non vanno esclusi: “Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento” (1Tm 4,2), ma è veramente inutile proporre il Vangelo a persone che non sono intellettualmente oneste, ipocrite, incostanti nel loro operare e nel loro sentire. parola1-300x201 La porta strettaLa Parola di Dio va proposta con discrezione, prudenza e progressività: “Fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo” (1Cor 3,1). “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.” (Mt 7,12): è “la regola d’oro”, principio fondamentale che regola il vivere umano. Esso ci comanda di guardare il prossimo con rispetto, di accettarlo nel suo valore e nella sua fragilità, di amarlo con misericordia, perché la misericordia conquisti il cuore del fratello. Solo l’amore al prossimo porta a compimento tutto l’insegnamento della Legge e dei Profeti: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge è la carità” (Rom 13,8-10). “Entrate per la porta stretta” (Mt 7,13): ammonizione severa, che ci invita ad uscire dalla mediocrità e dal peccato e a praticare la via del rinnegare se stessi, del prendere la croce e camminare verso la santità che ci rende perfetti come il Padre nostro celeste. C’è da riflettere, altrimenti meritiamo questo rimprovero: “Abbiamo abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore” (Sap 5,6-7).

Lettura esistenziale

gesu-2 La porta stretta“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7, 12). Potremmo cominciare col fare l’elenco degli atteggiamenti che vorremmo o non vorremmo che gli altri avessero nei nostri confronti. A ciascuno di noi fa piacere ricevere: stima, affetto, comprensione, misericordia quando sbagliamo, gratitudine quando compiamo il bene, mentre non ci fa per nulla piacere essere biasimati, specie se a torto, essere giudicati, ricevere indifferenza, disistima, ingratitudine, non ci fa piacere che si parli male di noi. Ebbene, dice Gesù, che quanto vorremmo fosse fatto a noi, dobbiamo farlo anche noi agli altri. Le parole di Gesù sono così ricche di buon senso e così logiche che non le comprende solo chi non le vuol comprendere. Non ci vuole poi tanto a capire che i nostri “simili”, la parola stessa lo dice, hanno i nostri stessi sentimenti e la nostra stessa sensibilità.

Spesso dovremmo porci questa domanda: “Se mi trovassi io al posto del mio prossimo, in questa determinata circostanza, come vorrei essere trattato?” e comportarci poi di conseguenza. Talvolta invece capita che siamo ultra sensibili verso noi stessi e grossolani e superficiali quando si tratta del prossimo. Non dovrebbe essere così, ma dovremmo considerare e amare il nostro prossimo come noi stessi e fare come Mosè che chiese a Dio di cancellarlo dal libro dei redenti se, insieme a lui, non salvava anche il popolo, quel popolo di dura cervice che pure l’aveva fatto soffrire non poco.

Siamo disposti ad una simile generosità?