Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Mercoledì della VI settimana del Tempo Ordinario
Letture: Gen 8,6-13.20-22 Sal 115 Mc 8,22-26
Riflessione biblica
“Gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa” (Mc 8,22-26). S. Marco ci riporta un miracolo in progressione. Ogni gesto di Gesù ha un suo senso spirituale. “Prese il cieco per mano”: Gesù non ci abbandona nel cammino di fede; lasciamoci condurre da lui e saremo sicuri: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Sal 23,4). “Lo condusse fuori”: Gesù non opera nella confusione e per essere visto; egli non è un “mago” che vuole stupire, ma colui che ci porta la salvezza del corpo e dello spirito. “Dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani”: anche noi abbiamo ricevuto nel battesimo il “crisma” della salvezza e su di noi sono stati imposti le mani per essere liberati dalla cecità del peccato. Il miracolo è compiuto: acquistiamo la vista, ma la comprensione del dono si affina con la lettura della parola, con la frequenza ai sacramenti, con l’esercizio della carità. “Gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente”: la parola ci illumina e scopriamo il mistero di Gesù, “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3). La parola penetra nella nostra vita: “se abbiamo udito la sua voce, non induriamo i nostri cuori” (Sal 95,7-8), ma lasciamo che “la parola di Dio viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio, penetri fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito e purifichi i sentimenti e i pensieri del nostro cuore” (Ebr 4,12). I sacramenti ci fortificano: la grazia scorre nella nostra vita, la misericordia ci dà pace al cuore, l’eucaristia ci dà energia nel deserto della vita nutrendoci del corpo e sangue di Gesù. L’amore ci rende vivi e operosi: con Gesù diveniamo dono ai fratelli e presenza santificante per chi è in dubbio nella fede, testimonianza per chi ancora non crede. “Tutto posso in colui che mi dà forza” (Fil 4,13).
Lettura esistenziale
“Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa” (Mc 8,23-25). Il Vangelo odierno narra che mentre Gesù è in cammino verso Gerusalemme, gli viene condotto un cieco pregandolo di toccarlo ed Egli compie un segno di grande significato simbolico guarendolo in modo progressivo. Quella ricuperazione progressiva della vista, rappresenta il processo percorso da Pietro e dagli altri, ma anche da noi, della guarigione della nostra cecità spirituale fino ad arrivare alla confessione completa di Gesù quale “Figlio di Dio”. La conversione non avviene in maniera immediata ma è un cammino graduale che dura tutta la vita e mai si può ritenere concluso. Il momento in cui abbassiamo la vigilanza le passioni assopite sono pronte a tornare all’attacco e a prendere il sopravvento. È necessaria pertanto una costante vigilanza e un atteggiamento di continua conversione. Del resto se “il giusto pecca sette volte al giorno” (Pr 24,16), come afferma la Scrittura, chi si può ritenere esente da cadute e rallentamenti nel cammino di sequela di Cristo? “Vigiliamo, dunque, e preghiamo in ogni tempo per essere degni di comparire davanti al Figlio dell’uomo quando verrà nella sua gloria insieme ai suoi angeli (cf Lc 21,36).