• 28 Aprile 2024 12:01

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 3,21-30; Sal 129; Lc 11,47-54

Riflessione biblica

“Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi” (Lc 11, 47-54). Continua la dura requisitoria di Gesù contro l’ipocrisia farisaica: il culto dei profeti è stato sempre molto sentito dal giudaismo, e Gesù non ce l’ha contro di esso.geremia Le apparenze che uccidono L’importante, infatti, non è onorare i profeti, e per noi i santi, ma di seguirne l’esempio. Grazie a Dio, di profeti e di santi ce ne sono stati sempre e ce ne sono tuttora. Purtroppo, sono scomodi, perché dicono la verità, e la verità spesso fa male, denunciano le nostre ambiguità e ci fanno sperimentare la lontananza che c’è tra il nostro pensare e il compimento della volontà di Dio, cioè quel progetto che Dio ha su ciascuno di noi e su ciascuna comunità ecclesiale a cui apparteniamo. I profeti sono scomodi, ma ne abbiamo bisogno: ci indicano la via maestra da seguire, ci purificano da quegli idoli interiori che ci impediscono di essere veri uomini di fede, che seguono Gesù e il vero Dio. gesu-16-300x200 Le apparenze che uccidonoSeguiamo i veri profeti, ma non chiunque si autoproclama profeta: “Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio” (1Gv 4,1-3). Per questo, bisogna avere “la chiave della conoscenza”: il giusto discernimento sapienziale, per comprendere la parola di Dio e metterla in pratica. Chiediamo al Signore quella sapienza divina, che semplifica il cammino che porta alla vita e nella fede mette in pratica i comandamenti di Dio: “La conoscenza dei comandamenti del Signore è educazione alla vita, chi fa ciò che gli è gradito raccoglie i frutti dell’albero dell’immortalità” (Sir 19,19). Ma c’è una conoscenza superiore, che nessuno può trascurare, se veramente vogliamo seguire gli insegnamenti dei profeti: l’amore. Sta scritto, infatti: “Se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla”(1Cor 13,2)

Lettura esistenziale

conoscenza Le apparenze che uccidono“Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito” (Lc 11, 52). Qual è questa “chiave della conoscenza” che i dottori della Legge avrebbero portato via? A mio avviso è il cuore della Legge, che è l’amore. Se prescindiamo da esso, l’osservanza esteriore di prescrizioni e decreti serve solo a fomentare l’orgoglio e il giudizio.

Come dice Ermes Ronchi: “È facile essere credenti senza bontà; è facile anche essere teologi e preti senza bontà. È facile ed è mortale. Funzionari delle regole e analfabeti del cuore. Difensori della sana dottrina e indifferenti al dolore. Ma è l’uomo la strada maestra della Chiesa, sempre.”

Dopo le parole che Gesù pronuncia, chiamando per nome i piccoli e grandi difetti che accompagnano gli uomini di religione di tutti i tempi, non sorprende che Egli riceva reazioni di grande ostilità da parte di chi si sente ripreso pubblicamente.

Credere significa anche accettare la verità, che talvolta è scomoda.

Solo confrontandoci con essa e con chi ce la dice possiamo convertirci, iniziando un cambiamento radicale, e diventare persone libere.