di Fra Arturo Milici – Non è certo un evento che capita tanto spesso. Anzi, è una di quelle cose che, se ti va bene, riuscirai a vedere probabilmente una sola volta nella vita, un po’ come la cometa di Halley. E potrai dire: Sì, c’ero anch’io!
Sì, c’ero anch’io nella chiesa stracolma di fedeli, quella sera del 21 febbraio 2025, presso il Santuario Nostra Signora di Lourdes, oasi mariana e francescana nel cuore di Messina. Nel corso dei festeggiamenti del mese di febbraio, era la giornata di raduno dell’intera famiglia del Poverello d’Assisi: frati delle diverse obbedienze, suore e laici francescani, insieme a tanti amici e alla comunità del Santuario. Eravamo proprio in tanti dalla città, dalla diocesi e da tutta la Sicilia, esultanti e quasi increduli, a contemplare l’evento: il nostro Vescovo Ausiliare di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, monsignor Cesare Di Pietro, diventa anche lui francescano!
Dopo anni di discernimento e formazione, accompagnato dai Frati Minori e accolto dalla Fraternità OFS del Santuario, don Cesare, nel corso della Celebrazione eucaristica da lui stesso presieduta, emette la professione perpetua di vita evangelica nell’Ordine Francescano Secolare. La ministra locale Tiziana Frigione accoglie commossa la sua professione, e accanto a lei il ministro regionale Carmelo Vitello, convenuto per l’occasione insieme ai consiglieri; l’assistente locale fr. Benedetto Amodeo conferma a nome della Chiesa il proposito di don Cesare, e l’assistente regionale fr. Pino Noto, non senza un po’ di imbarazzo, benedice il Vescovo.
Sembra un paradosso. Un Vescovo della Chiesa Cattolica, successore degli Apostoli e pastore del popolo di Dio, si mette alla scuola del Poverello d’Assisi e dei suoi figli, si lascia ancora interpellare e provocare dal Vangelo, decide di modellare la propria vita al Vangelo, e di fare del Vangelo la propria forma di vita. “Passare dalla vita al Vangelo e dal Vangelo alla vita”, come recita la Regola dell’Ordine Francescano Secolare. Sembra un paradosso agli occhi degli uomini, ma agli occhi di Dio non lo è. Non lo è, perché in verità la vita dei cristiani nella Chiesa non è affatto una scalata al potere, al prestigio, ai primi posti. La vita cristiana, agli occhi di Dio, è un continuo abbassarsi, scendere dal piedistallo e cingersi il grembiule, imparare l’umiltà da Colui che ci ha lavato i piedi. E Francesco d’Assisi questo lo aveva capito bene. Grazie al nostro don Cesare, con quella sua simpatica nobiltà d’animo e con quella sua disarmante semplicità, quella sera anche noi ce lo siamo ricordato.