Commenti di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Letture: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8
Riflessione biblica
“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Ogni discepolo di Gesù cerca la gloria di Dio, e così la liturgia e la preghiera personale si conclude con “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”. Dio è glorificato nell’azione redentrice di Cristo e nell’azione santificante dello Spirito Santo. Ogni credente in Gesù deve rendere lode e gloria al Padre con il comportamento luminoso della propria vita: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Infatti, “in Gesù siamo stati predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già abbiamo sperato nel Cristo” (Ef 1,11-12). Così, non “ameremo la gloria degli uomini più che la gloria di Dio” (Gv 12,43). E tale gloria al Padre si rivela a noi nel Figlio: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
Così, noi non cerchiamo la nostra gloria, ma quella che ci viene dalla comunione con Gesù: “Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia” (Gv 7,18). Se cerchiamo la gloria in Gesù, saremo illuminati e trasformati dal suo Spirito Santo: “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2Cor 3,18). Sempre uniti a Gesù, vera vite, innalziamo la nostra lode al Padre, divino agricoltore, che ci pota per essere sempre uomini e donne nuove nello spirito: “Piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito” (Ef 3,14-16). Dal Padre che è nei cieli aspettiamo che si adempia la preghiera di Gesù: “La gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me” (Gv 17,22-23).
Lettura esistenziale
Abbiamo ascoltato Gesù ed adesso ci dice: ”Alzatevi, andiamo via di qui”. Ma prima di uscire dal cenacolo desidera mostrarci una immagine, perché rimanga impressa nel nostro cuore, e ci guidi, quando saremo fuori ,chiesa nel mondo, a realizzare la sua Parola. E’ l’immagine della vite vera ed è lui stesso, dal quale scorre la linfa vitale, dell’agricoltore, il Padre, che recide e purifica i tralci, che siamo tutti noi, per farci produrre molto frutto. Siamo quindi parte integrante della vite, riceviamo tutto il nutrimento, abbiamo un legame forte, che resiste ai nostri mutamenti umorali, alle nostre ipocrisie, alle nostre distrazioni. La nostra vita è unita profondamente a quella di Gesù, con lui siamo una cosa sola con Dio, gli apparteniamo e non è un legame formale, ma fondamentale, perché da questo dipende tutta la nostra vita, tra noi scorre la stessa linfa, abbiamo lo stesso amore. E’ l’amore ricevuto e donato che comunica la vita, deve circolare come la linfa e non possiamo interrompere questo movimento, trattenendo, intrappolati dall’egoismo , perché altrimenti la vita inaridisce e muore.
Gesù ci sta invitando ad abbandonare i nostri schemi mentali, quelli che ci inducono al controllo ed al perfezionismo, perché è il Padre l’agricoltore, è lui che individua quegli elementi nocivi, quei difetti nel tralcio e lo purifica, eliminando solo ciò che è di impedimento al portare più frutto. Dio interviene per migliorarci, con il suo amore allontana da noi tutti quei sentimenti che sono d’intralcio alla libertà di comunicare vita, comunione, unità. La nostra unica preoccupazione deve essere quella di riconoscerci tralci, desiderare di rimanere uniti alla vite e lasciarci purificare dal Padre per portare molto frutto, donandoci ai fratelli per rendere bella , buona , sana la vita e servire, perché solo l’ amore che si fa servizio, ci rende puri. Gesù ci sta anche liberando da tutti quei sentimenti di onnipotenza ed autosufficienza con i quali ci difendiamo dalle nostre frustrazioni, perché ci mostra che la nostra vita dipende dalla linfa che ci dona Gesù, ma ci libera anche dall’egoismo, perché l’unica possibilità che abbiamo, per vivere in pienezza e realizzare ciò che siamo, è far circolare questa linfa, lasciarci trasformare in uva buona e farci dono.
Viviamo così da discepoli, diamo gloria a Dio, possiamo uscire dal cenacolo ed andare nel mondo, mantenendo viva in noi la relazione con Gesù con la preghiera ed insieme realizzando il Vangelo: la Parola in ogni istante purifica il nostro cuore, in un costante discernimento, affinché siano sempre più buoni i frutti, condivisi nell’amore reciproco e fraterno.