• 2 Maggio 2024 0:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XIV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38

Riflessione biblica

 “Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità” (Mt 9,32-38). Un’evangelizzazione a tutto campo: il Vangelo va predicato ovunque, in città e villaggi, per rendere presente l’azione salvifica di Dio verso Israele, che era “come un gregge senza pastore” (Mc 6,34). Egli è il “buon pastore”, che conosce le sue pecore e le sue pecore conosco lui. Egli non agisce da mercenario, ma dà la sua vita per le sue pecore (Gv 10,12-15). gesu-1-300x169 Molto lavoro pochi operaiLa missione itinerante di Gesù è il vero modello della “Chiesa in uscita”: “Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada” (Papa Francesco, EG 127-128). In ogni caso, al centro di ogni missione cristiana ci deve essere la testimonianza attiva del Regno di Dio: cioè che Dio regna nel nostro modo di pensare, volere e sentire. Così, chi annuncia il Vangelo di Gesù deve cambiare la propria mente e il proprio cuore, a praticare una giustizia superiore (Mt 5,20), quella dell’amore a Dio e al prossimo (Mt 5,43-45), che conduce alla santità della vita, cioè ad “essere perfetti, com’è perfetto il Padre nostro che è nei cieli” (Mt 5,48). Chi ascolta l’annuncio di Gesù e lo mette in pratica “è un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7,24), cioè su Gesù, fondamento del nostro vivere è agire. Fondati su di lui, comprenderemo che non basta gridare: “Signore, Signore, per entrare nel Regno dei cieli, ma solo chi fa la volontà del Padre che è nei cieli” (Mt 7,21). Infine, annunciamo il Vangelo senza paura di ciò che dice il mondo: Gesù guarì un muto indemoniato e i suoi avversari dicevano: “Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni”. Niente paura! Gesù ci ha avvisato: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. … Se hanno perseguitato me, perseguite-ranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra” (Gv 15,18-20). In ogni caso, ciò che vale è la testimonianza della vita nell’amore, che guarisce le ferite della mente e del cuore, porta luce al mondo avvolto nelle tenebre della menzogna e dell’ingiustizia e dà forza e coraggio ai dubbiosi e agli affliti di cuore. Operiamo nella messe del Signore con coraggio, purezza di cuore e in santità di vita.

Lettura esistenziale

gesu-14-300x179 Molto lavoro pochi operai“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 37s). Pur potendo fare tutto da solo, Gesù chiede la nostra collaborazione per la diffusione del Suo Vangelo nel mondo. La prima e più efficace forma di evangelizzazione a cui siamo chiamati è quella di accogliere e vivere in prima persona il santo Vangelo, allora la testimonianza che ne scaturirà come conseguenza sarà credibile. Come diceva Paolo VI: “Il mondo ha bisogno di testimoni, non di maestri”.

Il Vangelo si diffonde per contagio, come una bella notizia. E in realtà il Vangelo altro non è che questo: la bella e buona notizia che Dio ci ama. “La messe è abbondante” – anche oggi, proprio oggi. Anche se può sembrare che grandi parti del mondo moderno, degli uomini di oggi, volgano le spalle a Dio e ritengano la fede una cosa del passato, esiste tuttavia l’anelito che finalmente vengano stabiliti la giustizia, l’amore, la pace, che povertà e sofferenza vengano superate, che gli uomini trovino la gioia. Tutto questo anelito è presente nel mondo di oggi, l’anelito verso ciò che è grande, verso ciò che è buono. È la nostalgia del Redentore, di Dio stesso.

Il Signore ci chiama a cooperare in quell’incarico di cui parla il profeta Isaia: “Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati” (Is 61,1). È questo il lavoro per la messe nel campo di Dio: portare agli uomini il lieto annuncio che non è soltanto parola, ma evento: Dio, Lui stesso, è venuto a noi. Egli ci prende per mano, ci trae verso l’alto, verso se stesso e così il cuore spezzato viene risanato.

Infine il Vangelo odierno ci ricorda che la misura alta della vita, che proprio oggi è così essenziale per la testimonianza in favore di Gesù Cristo, la possiamo trovare solo in una intensa vita di preghiera.