• 18 Maggio 2024 20:24

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e di Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XVII Settimana del Tempo Ordinario

Letture: Lv 23,1.4-11.15-16.27.34-37; Sal 80; Mt 13,54-58

Riflessione biblica

“Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?” (Mt 13,54-58). Ascoltano le parole di grazia di Gesù e vedono i suoi prodigi, ma non lo comprendono. Si avveravano in loro le parole: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete: il cuore di questo popolo è diventato insensibile” (Mt 13,14-15). Gesù era troppo simile a loro: un falegname, un mestiere come un altro; lui e i suoi parenti, gente comune, li incontravano nella sinagoga, nelle vie del villaggio, niente di particolare tanto da poter immaginare che in Gesù potesse agire la sapienza e la potenza di Dio. Qualcuno forse arrivò a pensare e a dire che non Dio, ma lui opera “per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni” (Mt 12,24). E si scandilazzivano di lui: la loro mente era piena di dubbi e pregiudizi, il loro cuore non era né docile né disponibile ad accoglierlo come l’inviato di Dio per la loro salvezza. Il pregiudizio agiva in loro, ma può agire anche in noi, per questo ci invita a seguire la verità: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). gesu-1-300x213 Motivo di scandaloL’incredulità agiva nella loro mente: la parola di Gesù non illuminava il loro cuore; a loro, e a quelli come loro, Gesù dice: “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,19-21). Al loro rifiuto Gesù risponde: “Vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste” (Gv 5,42-43). Forse, ci meravigliamo del comportamento dei suoi concittadini, ma spesso anche la nostra fede è incerta e traballante. Gesù ci chiede: “Volete andarvene anche voi?”. Con Pietro rispondiamo con pienezza di fede: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69).

Lettura esistenziale

gesu-300x171 Motivo di scandalo“Non è costui il figlio del falegname?” (Mt 13,55). Quando ascolto o leggo questa espressione con la quale nei Vangeli viene definito Gesù, il mio cuore si riempie di stupore e mi commuovo profondamente.

Mi sembra una cosa così grande che il Dio eccelso, Creatore del Cielo e della Terra, non solo abbia assunto la natura umana, ma abbia anche condiviso in tutto la condizione della povera gente, del più comune degli uomini, partecipando anche all’umile dimensione del lavoro.

Quelle dita che hanno creato e, per così dire, posato nel posto giusto miriadi di stelle nel firmamento del cielo, quelle mani che hanno dipinto i monti e fatto fiorire i prati, alimentato le sorgenti, creato il letto ai fiumi e ricamato e intessuto ogni essere umano nel grembo materno, hanno anche faticato in una piccola falegnameria di un piccolo paese e hanno avuto a che fare con legno, trucioli, pialla, polvere e… sicuramente anche con qualche cliente petulante. Che meraviglia!

Com’è bello pensare che Nostro Signore Gesù Cristo ha condiviso tutto della nostra vita, eccetto il peccato: le fatiche, le gioie, le tribolazioni, l’amicizia, ecc… e persino l’umile lavoro quotidiano.

Con un atto di grande fiducia, Dio ha affidato all’uomo il compito di custodire la creazione e di realizzare sempre nuove conquiste. Il lavoro va svolto perciò con fedeltà, competenza, zelo e precisione. Attraverso di esso siamo chiamati a restituire a Dio, moltiplicati, i talenti che  abbiamo  da  Lui  ricevuti.

Carissimi, ho un desiderio un po’ folle, ma spero che mi usiate comprensione, quando chiuderò gli occhi su questa terra, vorrei che le mie Sorelle, sopra l’abito religioso, mi cingessero anche il grembiule. Proprio quello che uso nei miei lavori quotidiani.

Vorrei che S. Pietro (chiudendo un occhio sul resto…) mi riconoscesse subito come l’umile sposa dell’Umile Servo di Jahwé: Gesù di Nazareth. Mio Signore e mio Dio. Amen!