• 8 Dicembre 2024 18:48

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Lettura Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

Riflessione biblica

“Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni” (Mt 13,47-53). Il nostro mondo non ci pensa neppure: “Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti” (Lc 17,26-27). Anche noi non ci pensiamo molto: “Vegliate: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati” (Mc 13,33.35-36). Niente indifferenza e nessuna paura, ma discernimento sapienziale e conversione del cuore: la fine del mondo e il giudizio finale ci saranno. È il giorno dell’incontro con il Signore. “Il Signore discenderà dal cielo al suono della tromba, e noi verremo rapiti per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore” (1Tes 4,16-17). Non sarà un giorno di tristezza, ma di gioia per chi ha atteso da sempre il Signore. Paura del giudizio? Ascoltiamo la voce di Gesù: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47). Gli fa eco S. Paolo: “Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!” (Rom 8,33-34). Non è la paura che dobbiamo coltivare, ma l’amore: “In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo” (1Gv 4,17). Vigilanti nella fede e operosi nell’amore, andiamo incontro al Signore con le lampade accese (Mt 25,1-13).

Lettura esistenziale

“Il regno dei cieli è simile ad una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci” (Mt 13, 47). Servendosi dell’immagine della rete gettata nel mare, Gesù descrive il Regno dei cieli che accoglie in sé chiunque. Nel giorno del giudizio, però, gli angeli opereranno la divisione tra i cattivi e i buoni, che saranno destinati a sorti del tutto opposte. È in questa vita terrena che noi costruiamo e prepariamo il nostro futuro. Sappiamo già che saremo giudicati sull’amore. Al tramonto della nostra vita, infatti, non rimane che questo. Pietro, che aveva conosciuto l’amarezza di aver rinnegato Cristo, ci offre il modo di riparare le colpe da cui nessuno, eccetto la Beata Vergine Maria, può dirsi esente, egli così scrive: “La carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pt, 4, 8). Il peccato è sempre una mancanza di amore verso Dio o verso il prossimo, che si può esprimere in indifferenza, odio, rancore, egoismo, ecc… Al contrario, la carità crea armonia nelle relazioni e costruisce la comunione. Essa è una partecipazione fatta a noi del medesimo modo di amare di Dio, come dice San Paolo: “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5). La carità è il segno più bello della presenza di Dio in noi, come ricorda San Giovanni: “Dio è carità. Chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Gv 4, 16).