Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della IV settimana del tempo Ordinario
Letture: Eb 12,1-4 Sal 21 Mc 5,21-43
Riflessione biblica
“Non temere, soltanto abbi fede!” (Mc 5,21-43). Una composizione di miracoli ad intreccio, l’insegnamento è unico. La vita cristiana ha un centro: la fede in Gesù. Se lui è al centro del nostro vivere, sentiamo la sua voce che ci invita a “non temere, ma ad avere fede”. Una cosa sola chiede Gesù a Giairo, che continui ad avere fede, per una sola cosa loda la donna emorroissa: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”. Gesù non dice: “guarita”, ma “salvata”: egli ha guarito quella donna sia dal male fisico: il suo flusso di sangue, sia dalla paura della legge che la dichiarava impura e la isolava dal popolo di Dio: “Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, per sette giorni resterà nell’impurità mestruale; chiunque la toccherà sarà impuro fino alla sera” (Lev 15,19-30). Gesù gli ha restituito la sua dignità di donna. Giairo rimane fermo, anche se l’incertezza gli attanagliava il cuore: “Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera, sii attento alla voce delle mie suppliche. Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido perché tu mi rispondi” (Sal 86,6-7). Le notizie non erano buone: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?”. Parole terribili per un padre. Ma Gesù gli dice: rimani saldo nella fede, perché “chiunque crede in lui non sarà deluso e chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rom 10,11). “Talità kum: Fanciulla, io ti dico: àlzati!” e sentiamo la voce di Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26). La fede infonde il dinamismo nuovo dell’amore, che ci trasforma, ci rende pieni di comprensione per aiutare i fratelli e le sorelle a risorgere anche loro dalla loro situazione di dolore e di bisogno.
Lettura esistenziale
«La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». (Mc 5, 23). Oggi l’evangelista Marco ci racconta due miracoli operati da Gesù: la guarigione della donna che soffriva da dodici anni di emorragie e la risurrezione della figlia di Giairo, uno dei capi della sinagoga. Entrambi gli episodi hanno un nucleo comune: la fede. All’emorroissa Gesù stesso dice espressamente: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”. Giairo deve affermare la sua totale fiducia nel Signore, nel momento in cui tutto lo spinge a disperare: “Non temere – gli dice Gesù – continua solo ad aver fede!”. Fede in che cosa? Nella vita? No, perché nel duello con la morte la vita soccombe. Non è la vita che vince la morte, è l’amore. “Amare è dire: tu non morirai!” (Gariel Marcel). “Questo dice Gesù alla bambina sconosciuta e amata. E intanto si arma, si circonda di chi ha amore: il padre della bambina, i tre discepoli prediletti, poi la madre della bimba, un piccolo gruppo che ha capito che là dove metti il tuo cuore, lì troverai anche le tue ferite. Tu continua ad aver fede. Quella che ti ha fatto uscire di casa in cerca di ascolto e aiuto, credendo in me, in un cuore buono che si lascia ferire. Anche se adesso dubiti, anche se pensi che non serva e hai tanta paura, abbi fede che Dio è una sorgente di vita e che continua a zampillare e non verrà mai meno. Abbi fede. Il contrario della paura non è il coraggio o la forza d’animo, noi non siamo degli eroi. L’antagonista vera della paura è la Fede, il fidarsi, l’affidarsi, l’aggrapparsi a una mano forte che non ci lascerà cadere” (Ermes Ronchi).