• 19 Maggio 2024 15:00

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Noto. Chiusa l’inchiesta diocesana su Nino Baglieri, ora fase romana

Con una solenne celebrazione all’interno della splendida Chiesa Madre di San Pietro di Modica, si è conclusa l’inchiesta diocesana sul Servo di Dio, Nino Baglieri.

Tanti i fedeli provenienti dalla diocesi di Noto e dalle varie realtà salesiane di Sicilia. Una celebrazione emozionante e solenne presieduta da mons. Salvatore Rumeo, vescovo di Noto, con numerosi sacerdoti diocesani e salesiani.

Tra i concelebranti, mons. Angelo Giurdanella, vescovo di Mazara del Vallo e don Pascual Chavez, IX successore di don Bosco.

All’inizio della celebrazione il vescovo di Noto ha portato i saluti di mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e di mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, impossibilitati a prendere parte al solenne atto, per altri impegni pastorali.

Presenti i familiari di Nino Baglieri e con loro i Volontari con Don Bosco, i Salesiani di Sicilia, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori Salesiani e le Volontarie con don Bosco.

“Oggi, la Chiesa di Noto, la Famiglia Salesiana e la città di Modica sono in festa per la chiusura della Fase Diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Nino Baglieri che proprio come oggi – era il 5 maggio 1951 – riceveva il Santo Battesimo divenendo cristiano”, ha esordito nella sua omelia, mons. Rumeo.

Il Vescovo quindi ripercorso e riletto la vita di Nino, che in questi lunghi 12 anni dalla morte è stata scandagliata in lungo e largo. In particolare si è soffermato sui tratti salienti della spiritualità del servo di Dio.

Nino come tutti era alla ricerca di senso, si è posto domande, e il Presule netino ha ricordato che “a queste domande ognuno dà delle risposte che sono conformi alla propria fede che offre la luce per vedere le cose nel modo giusto, cioè come le vede Dio. Ed è per questo che abbiamo bisogno della preghiera, di entrare in un dialogo d’amore con il Signore. La preghiera è il respiro dell’anima”, ha spiegato mons. Rumeo.

“Nino – ha detto ancora il Vescovo – non si è appartenuto, si è annullato nel crogiuolo della croce a tal punto da essere strumento di salvezza nelle mani di Dio. Ha vissuto la sua giornata terrena immerso nella preghiera e, nel silenzio della sua anima, ha portato, sul Tabor luminoso della sua vita, tutti coloro che incontrava. La preghiera per Nino era tutto: nonostante le sue sofferenze, come luce che risplende e arde, ha saputo contagiare gli altri del senso della vera preghiera”.

Nino nonostante la sua sofferenza è stato un missionario del Vangelo, un apostolo della quotidianità. Ha sposato la sua croce ed è stato scelto da Dio “per una missione d’amore, ha risposto con fedeltà e amore. Quanti giovani, adulti e famiglie incontrando Nino hanno riscoperto la fede e dato valore cristiano alle loro sofferenze. Il senso del vero apostolato si misura a partire dal dolore e dalla partecipazione alle sofferenze di Cristo” ha rimarcato ancora mons. Rumeo.

Nino è stato testimone dell’amore misericordioso ed è uno dei germogli di questi 180 anni di cammino che la Diocesi di Noto ha vissuto e si appresta a celebrare.

Nel chiudere la sua omelia, il Vescovo si è rivolto direttamente a Nino: “Ti siamo grati per il tuo evangelico insegnamento, perché nella tua vita scorgiamo il passaggio della grazia di Dio che continua a parlarci di santità”.

Il momento cruciale è stato la firma solenne dei verbali finali del processo diocesano, a sancire la fine del lavoro svolto dal tribunale in questi 12 anni.

Durante l’ultima seduta del tribunale, la 86esima, presieduta da don Ignazio La China, si è prestato giuramento davanti ai fedeli, sigillato e firmato 8 plichi di documentazione che saranno inviati nei prossimi giorni in Vaticano. I faldoni, infatti, sono stati affidati don Pier Luigi Cameroni che curerà adesso la fase romana.

All’inizio don Ignazio La China ha ripercorso le tappe salienti di questi 12 anni di inteso lavoro. Alla chiusura e alla firma dei verbali erano presenti anche i notai Pietro Di Rosa e Daniela Vindigni.

Oltre 6000 pagine di atti, contenenti scritti, lettere, messaggi e testimonianze di Nino e sulla sua vita.

Alla celebrazione hanno preso parte le autorità civili e militari di Modica. Il sindaco della Città, Maria Monisteri, diversi membri della sua Giunta e consiglieri comunali.

Presente anche la deputazione regionale, gli onorevoli Ignazio Abbate e Nello Di Pasquale.

Pierpaolo Galota