• 17 Maggio 2024 9:53

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato I settimana di Avvento

Letture: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-10,1.6-8

Riflessione biblica

“Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore” (Mt 9,35-10,1.6-8). L’Avvento mette in evidenza un aspetto importante della missione di Gesù: egli è il buon pastore, inviato da Dio, per radunare e curare “le folle stanche e sfinite, somiglianti a pecore che non hanno pastore” (Mt 9,36): “Susciterò per loro un pastore che le pascerà, egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore” (Ez 34,23). gesu-1 Operai cercasiHa compassione Gesù delle pecorelle di Dio: “Vanno errando le mie pecore su tutti i monti e su ogni colle elevato, le mie pecore si disperdono su tutto il territorio del paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura” (Ez 34,6). Inviato dal Padre, egli “va in cerca della pecora perduta e riconduce all’ovile quella smarrita, fascia quella ferita e cura quella malata, ha cura della grassa e della forte; le pasce con giustizia” (Ez 34,16). Ma la sua sollecitudine non riguarda solo “le folle stanche e sfinite” del suo tempo: “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Sal 145,9), ma ha compassione anche di quelle future, che nella fede si affidano alle sue cure: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” (Mt 9,37-38). Essi, come Gesù, buon pastore, debbono annunciare l’avvento del regno di Dio, istruire il popolo di Dio e guarirlo dalle sue infermità. Annunciare il Regno: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”; anzi, in Gesù, che dispensa parole di vita eterna e guarisce ogni malattia e infermità, il Regno di Dio è tra noi e in noi: “Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio”. Istruire il popolo di Dio con le parole sante che guidano la nostra vita quotidiana: “Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza” (Rom 15,4). Guarirlo dalle sue infermità: “Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo” (Rom 15,1-2).

Lettura esistenziale

gesu-inviati-300x157 Operai cercasi“E li inviò ordinando loro: “Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10, 6-7.8b). La vocazione e missione dei cristiani non è altro che questa: essere semplicemente, unicamente e profondamente innamorati di Dio. Il resto viene da sé. Quando si è innamorati non si fa che parlare della persona amata, la mente non fa che pensare a lei, il cuore batte per lei, gli occhi sfavillano di una luce particolare, si anela all’incontro con lei, si ripensano alle parole che ha proferito, ai gesti che ha compiuto. La stessa cosa vale nella nostra relazione con Dio. Chi è innamorato è come se avesse le ali. Tutto ciò che fa, lo compie con leggerezza, con gioia: volentieri. Se facciamo tutto con amore e per amore, compiremo tutte le cose con lo stesso slancio, gioia ed entusiasmo.

I Santi erano e sono persone profondamente innamorate di Dio. Attenzione! Innamorate non di un’idea o di un’ideale, ma di una Persona viva e vera. Non dimentichiamo che Dio, in Gesù di Nazareth si è fatto Carne. Ricordiamoci però che l’amore verso Dio, se è vero, porta all’amore verso i fratelli. Perché: “Se uno non ama il prossimo che si vede, non può amare Dio che non si vede” (1Gv 4,19).