Per alcuni è la festa delle candele, altri rievocano le vecchie tradizioni pagane che con fuochi e falò celebravano la conclusione della fase più dura dell’inverno, secondo la liturgia cattolica è anniversario della Presentazione al Tempio di Gesù. Arriva il 2 febbraio la festa della Candelora.
Esattamente a metà fra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, per questo fra i principali riti pagani legati alla terra e alle stagioni, con il cristianesimo è diventata la festa delle candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”. Infatti la festa liturgica della Presentazione al Tempio di Gesù, raccontata dal vangelo di Luca (2,22-40), e popolarmente detta “candelora” perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone: «I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». La stessa frase, peraltro, è ripetuta nella preghiera di compieta che chiude la giornata.
La festa delle luci ebbe origine in Oriente con il nome di “Ipapante”, cioé “Incontro”. Nel secolo VI si estese anche all’Occidente: da Roma, dove aveva carattere più penitenziale, alla Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele che ha dato il nome alla festa: “candelora”, appunto. Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e con la profezia di Simeone alla Vergine Maria («anche a te una spada trafiggerà l’anima») apre il cammino verso la Pasqua.
Non si tratta di una festa solo cattolica, viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione. Celebrata già dall’imperatore Giustiniano, fu adottata a Roma fin dal Settimo secolo, con una processione penitenziale istituita da papa Sergio I (687-701). Secondo Beda il Venerabile la processione della Candelora sarebbe un contrapposto alla processione dei Lupercalia dei Romani, e una riparazione alle sfrenatezza che avvenivano in tale circostanza.
Nel calendario tridentino la festa venne chiamata “Purificazione della Beata Vergine Maria”, in ricordo del momento, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. Secondo l’usanza ebraica, infatti, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania) nel VI secolo fu anticipata al2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
La riforma introdotta dal Concilio Vaticano II ha voluto manifestare più chiaramente la centralità della figura di Cristo, restituendo ralla celebrazione il titolo di “Presentazione del Signore”, che aveva in origine.
Nella tradizione popolare, è ricorrenza spesso associata a proverbi: a Trieste si dice che se la Candelora “viene con sole e bora dall’inverno siamo fuori, se viene con pioggia e vento, siamo ancora dentro l’inverno”, mentre in Calabria tradizione popolare vuole che inizi il conto alla rovescia di 40 giorni prima della bella stagione. Molto sentita, infine, è la Candelora anche all’estero. In Lussemburgo, per esempio, è la festa più attesa dai bambini che lanciano in cielo le tradizionali lanterne costruite in classe, in Messico chiude le festività natalizie: chi trova il pupazzetto di Gesù nella torta, deve organizzare un rinfresco. In Francia e Belgio è diventata il giorno delle crepes, preparate in tutti i modi.
Nella tradizione cristiana, questo giorno segna anche il giorno in cui vengono rimossi il presepe e gli ultimi addobbi natalizi. Inoltre, le candele benedette vengono utilizzate il giorno successivo, 3 febbraio, per la benedizione della gola in occasione della festa di San Biagio, protettore della gola.