• 7 Dicembre 2024 4:03

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Entrare nelle sconosciute Grotte dei Giganti dove si nascondevano i palermitani sotto i bombardamenti del ’43, o avvicinare San Ciro che chiunque ha visto imboccando l’autostrada. Ma anche ritornare dopo tempo nella necropoli punica o nella ex Manifattura tabacchi, scoprire le tombe degli Inquisitori nella cappella spagnola della Gancia; volare in almeno quattro modi diversi (Piper, aliante, parapendio e drone) entrare nel carcere dell’Ucciardone o nella Questura che si riempirà di bambini in omaggio ai caduti di mafia.

Da venerdì 6 ottobre (e per cinque weekend fino al 5 novembre) torna a Palermo Le Vie dei Tesori, uno dei più grandi e partecipati festival di scoperta del patrimonio giunto alla 17esima edizione. E da sabato 7 a domenica 22 ottobre, ecco anche Carini unirsi al percorso, per il terzo anno di seguito.

“Le Vie dei Tesori è un grande bozzolo, materno, nella sua attenzione e sensibilità che incuba la nuova vita dei luoghi, che non resteranno mai gli stessi” dice l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Maurizio Carta, intervenuto oggi alla presentazione a cui era presente anche il sovrintendente Marco Betta. “Torna per il diciassettesimo anno questa nostra “festa”, che è la festa dell’intera città – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – Cinque fine settimana intensi con centinaia di luoghi aperti e diversi inediti. Una manifestazione per riappropriarsi della bellezza”.

Dopo la terza edizione di Borghi dei Tesori, in 37 piccole realtà siciliane, la prima tranche di dieci città in tutta l’isola è partita e si prepara al terzo e ultimo weekend.
Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, coinvolgendo anche diversi sponsor privati come Unicredit. “Siamo orgogliosi di sostenere l’arte e la cultura come motori di sviluppo sociale, economico e sostenibile.- interviene Salvatore Malandrino, regional manager Sicilia di UniCredit – UniCredit è consapevole che il patrimonio rappresenta un asset fondamentale e distintivo della Sicilia, e perciò occorre valorizzarlo in maniera sempre più efficace”