Dal 1 al 3 ottobre 2025 a Castel Gandolfo, con la presenza di Papa Leone XIV, la conferenza Raising Hope per la giustizia climatica ha segnato il 10° anniversario della Laudato Si’, riunendo leader della Chiesa Cattolica, di altre religioni, della scienza e della società civile per trasformare l’urgenza ecologica in speranza attiva. In un clima di preghiera, dialogo e impegno, si è sottolineato che la cura del creato è inseparabile dalla dignità dei popoli e dalla pace.
Nel suo intervento, Papa Leone ha posto l’accento sul “cuore” come luogo di decisioni e conversione: «Occorre passare dal raccogliere dati al prendersi cura; da discorsi ambientalisti a una conversione ecologica che trasformi lo stile di vita personale e comunitario».
Ha esortato a non ridurre la Laudato Si’ a “moda passeggera”, ma a sostenere processi che integrino fede, giustizia e cura del fragile. «Rinnovo dunque un forte appello all’unità attorno all’ecologia integrale e per la pace! ». E ha lasciato una domanda esigente: «Dio ci chiederà se abbiamo coltivato e custodito bene questo mondo che Egli ha creato (cfr Gen 2,15), a beneficio di tutti e delle generazioni future, e se ci siamo presi cura dei nostri fratelli e sorelle (cfr Gen 4,9; Gv 13,34). Allora, che cosa risponderemo?»
Il cardinale Jaime Spengler, presidente del CELAM, ha collegato giustizia climatica e dignità umana: «Di fronte al grido delle periferie, dei dimenticati e al gemito della Terra, la misericordia è un grido di giustizia. Dio non abbandona il suo popolo. La Chiesa non tacerà!». Ha ricordato che i popoli indigeni incarnano una saggezza decisiva per custodire gli ecosistemi e ha invitato ad apprendere dalla loro armonia con la natura.
Tomás Insua, presidente del Centro Laudato Si’ di Assisi, ha invitato a guardare il presente alla luce del Cantico delle Creature, a 800 anni dalla sua composizione, e a riconoscere come l’enciclica abbia “rimodellato” l’impegno ecologico cattolico, dalle comunità di base fino alle istituzioni, aprendo vie di collaborazione duratura tra Chiesa, società civile e responsabili pubblici.
I panel hanno riunito voci diverse —giovani, popoli indigeni, scienziati, vescovi e attivisti— per articolare impegni concreti. La giornata si è conclusa con un gesto simbolico: l’acqua proveniente dal blocco di ghiaccio groenlandese, benedetto dal Papa all’inizio, è stata raccolta dai partecipanti come segno di missione condivisa che viaggerà fino alla COP30 a Belém.
Raising Hope ha ricordato che la lode e la cura vanno di pari passo: con Dio, con gli altri, con la natura e con se stessi. La fraternità si realizza in decisioni coraggiose, politiche e comunitarie, che proteggano i più vulnerabili e la Casa comune. Seguendo l’appello del Papa, eleviamo la speranza e perseveriamo insieme nella conversione ecologica, in preghiera e impegno quotidiano.
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