• 10 Novembre 2024 19:39

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santi Gioacchino e Anna

Letture: Ger 3,14-17; Ger 31,10-13; Mt 13,18-23

Riflessione biblica

“Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende” (Mt 13,18-23). Ascoltare è essenziale per comprendere e accogliere la Parola che Gesù nella sua bontà e misericordia ci offre. La Parola, seme di sapienza, la si accoglie con la mente, che legge con attenzione e profondità le parole di vita eterna, la valuta e la “comprende”. La si accoglie con il cuore: si aderisce non alle parole di Gesù, ma a Gesù, che con le sue parole opera nel nostro cuore e ci trasforma interiormente per pensare e agire da figli di Dio. La si accoglie con la vita: è comunione di vita con Gesù (Gv 15,5) per camminare come lui ha camminato (1Gv 2,6), per vivere in lui (Gal 2,20), per crescere in lui operando la verità nell’amore (Ef 4,15). A causa di ciò, ascoltare non è facile, in quanto implica attenzione, disponibilità, docilità. Spesso leggiamo la parola di Dio in mezzo a tanti “rumori” esterni ed interni, e la parola non penetra in noi; presi da molte preoccupazioni, la parola non ci rivela tutta la grazia che ci offre. Avere attenzione: è avere il cuore e la mente concentrati sulla parola che leggiamo o ascoltiamo, per questo abbiamo bisogno di fermarci, leggere con partecipazione al mistero che la parola ci svela, meditare per comprendere e trovare applicazioni per la vita. Avere disponibilità: entrare in sintonia con Gesù, per acquistare intelligenza e discernimento, per “non conformarci al mondo, ma lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare e così discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). Avere docilità: essere fedeli all’insegnamento che il Signore ci offre e lasciarci plasmare dall’azione della sua grazia, che modella il modo di pensare, agire e sentire. Comprendere: da soli non ce la facciamo, per questo dobbiamo chiedere al Signore che ci dia “piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiamo comportarci in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio”

Lettura esistenziale

“Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada” (Mt 13, 18s). Gesù immagina la storia, il creato, il regno come una grande semina. In questa parabola può sembrare che il seminatore si comporti in modo sprovveduto, spargendo semi dove non c’è alcuna o comunque poca possibilità che attecchiscano. Invece questo modo di fare ben esprime quello del divino Seminatore. Egli abbraccia l’imperfezione del campo del mondo, non facendo alcuna discriminazione e dando possibilità di germinazione e di fioritura a tutti. Nel campo del mondo, così come nel cuore di ciascuno, ci sono forze contrastanti, c’è il bene e il male. Questa parabola non ci spiega come togliere le erbe cattive, ma ci racconta solamente di un Seminatore pienamente fiducioso. Lo sguardo del Signore non si posa sui nostri difetti, ma sulla potenza della Sua Parola che, accolta, produce frutto. Impariamo da Lui a non cercare raccolti ma campi da seminare insieme.