• 24 Giugno 2025 0:31

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

III domenica di Quaresima

Letture: Es 3,1-8.13-15   Sal 102   1Cor 10,1-6.10-12   Lc 13,1-9

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Che dobbiamo ad ogni costo trovare un capro espiatorio per ogni cosa è risaputo. Morte, distruzione, violenze, deportazioni, ecidi… perché Dio non interviene? Se Dio è buono perché la sofferenza? Ma se cade un ponte, o una parte del territorio è vittima di frane o alluvioni. Se un popolo viene invaso e bombardato, è colpa dell’uomo o di Dio?

Dio è li che soffre con l’uomo, era ad Auschwitz, è in Ucraina ed è a Gazza. Dio è presente dove c’è dolore e sofferenza. È presente dove l’umanità soffre a causa di altri uomini. È presente dove c’è malattia e morte. Dove ci sono bambini sfruttati e abusati. Spesso pensiamo che se uno subisce una disgrazia in qualche modo sia una punizione divina, o un un avvertimento da parte di Dio.

Chiedono a Gesù di chi è la colpa per la morte di quei tali sepolti dal crollo della torre di Siloe? E di quei poveracci uccisi durante il culto dai soldati romani? Gesù risponde che i loro peccati non sono la ragione della loro morte. Dio non punisce nessuno. Tutto quello che succede attorno a noi deve servire a farci capire che la vita è breve, e che l’essenziale non sono i piccoli o grandi poteri. L’ esortazione di Gesù è chiara: “Se non vi convertirete, perirete tutti”. Non è una minaccia all’umanità, ma una supplica. Dio ci implora: convertitevi. Cambiate rotta. Non cadete nella trappola della politica del potere, dei nazionalismi. Non cadete nella trapola dell’egoismo, del tornaconto. Non è l’uomo che si rivolge a Dio, qui è Dio che si rivolge all’uomo e ci prega, ci implora: tornate umani! Rispettate e amate il Creato e le creature!

Ci esorta ad avere pazienza come Egli ha pazienza con noi. La parabola del fico ci insegna ad aspettare i tempi dell’altro.

San Francesco nella “Lettera ad un ministro” ad un certo punto esorta il frate in questione e non pretendere che gli altri siano cristiani migliori. Invece di tagliare il fico e di piantarne un altro, come faremmo noi, gli zappa intorno e lo concima, sperando che porti frutto. Il finale della piccola parabola resta aperto, non è detto cosa sarà del frutto futuro. Ciò che conta che Dio si fida di ognuno di noi, ci da sempre un’altra possibilità.

Gesù non ci abbandona nella nostra solitudine, nella malattia, nelle circostanze buie e tristi della vita. Forse non capiamo il motivo della sofferenza, del dolore e della morte, la risposta spesso non c’è.  Dio in Cristo Gesù ha voluto provare sofferenza e morte per stare accanto ad ogni figlio e figlia, affinché la sofferenza che sperimentiamo può trasformarsi in azione di salvezza per convertire il mondo. A partire da me o da te che stai leggendo questa mia riflessione.

Convertiamoci!

Buona domenica!