• 28 Aprile 2024 21:18

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore 

XXIV domenica del Tempo Ordinario

Letture: Sir 27,33-28,9; Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35

In quel tempo, Pietro si avvicinò̀ a Gesù̀ e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò̀ perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù̀ gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette». (…)

Perdonare non è facile, il perdono non appartiene alla logica umana. Come fai a perdonare chi ti calunnia, chi ti rovina la vita o chi te la toglie? Eppure Gesù ci ha ricordato domenica scorsa che l’altro, con tutti i suoi peccati che poi non sono diversi dai i miei o dai tuoi è mio fratello o sorella. Quindi non un rivale, un nemico, ma un fratello da perdonare. È facile? Per nulla. È difficilissimo.

Partiamo dal fatto che perdonare non è dimenticare, che non è da scemi o da fessi, ma da Cristiani.

Al tempo di Gesù i rabbini suggerivano di perdonare fino a tre volte un torto subito, per manifestare clemenza. Pietro, nel vangelo di oggi, come sempre esagerato e spavaldo, propone di perdonare fino a sette volte, Gesù non contento rilancia e dice di perdonare sino a settanta volte sette. Cioè sempre.

Sempre? Si, così come fa Dio che rimette i nostri debiti, che discute con noi anche quando commettiamo le cavolate più grandi di questo mondo.

Come al servo descritto nel Vangelo di oggi, anche a noi il Signore condona debiti esagerati e desidera che anche noi facciamo al fratello o alla sorella ciò che desideriamo che gli altri facciano a noi (Mt 7,12-14).

Per perdonare è necessario conoscere il cuore di Dio, saperlo ascoltare, ruminare la sua Parola, entrare nella logica della Croce, del dono gratuito. Perdonare è farsi Eucarestia, pane spezzato, sangue versato. Credo poco allo stile “mettici una pietra sopra” perché appena togli la pietra troverai i vermi. Il perdono è liberante, non guarirà la ferita che ti porti dentro, ma ti aiuta a sentire la tenerezza e la misericordia di Dio. Ti aiuta a capire che non ci sono solo lingue o mani che uccidono o che schiaffeggiano, ma ci sono mani che accarezzano e che ti accolgono. Il perdono ci libera dallo sguardo disumano di chi vede nemici ovunque, partendo di chi fa sala di attesa con te dal tuo medico a chi arriva col barcone a Lampedusa.

Perdonare, amare e accogliere è da Dio e noi siamo chiamati ad avere gli stessi suoi sentimenti, per non farci rimproverare come fece Pietro qualche domenica fa.

Lasciamoci riconciliare con Dio, perdoniamo come riusciamo, al meglio delle nostre capacità e delle nostre forze. Perdoniamo perché siamo perdonati, perché il perdono ci rende straordinariamente liberi.

Non è facile, camminiamo insieme… perdonandoci alla maniera di Gesù: pregando e donandoci.

Buona domenica!