• 17 Marzo 2025 12:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì delle Ceneri

Letture: Gl 2,12-18   Sal 50   2Cor 5,20-6,2   Mt 6,1-6.16-18

Riflessione biblica

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro”. Inizia la quaresima: tempo propizio “per ritornare al Signore con tutto il cuore” (Is 2,12) e lasciarlo agire nel nostro intimo con la forza del suo Spirito Santo. Siamo invitati ad essere autentici nel nostro modo di essere e di comportarci, ad evitare ogni vanità, a vivere con coerenza il Vangelo, a lodare Dio per la sua misericordia: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). E per essere autentici il Vangelo ci suggerisce quattro rimedi: l’umiltà, il digiuno, l’elemosina e la preghiera. L’umiltà: “Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (1Cor 4,7). Questo tempo dello Spirito ci insegni che “tutto ciò che facciamo, tutto sia per la gloria di Dio” (1Cor 10,31). Di più: per noi “non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per noi è stato crocifisso, come noi per il mondo” (Gal 6,14). Il digiuno: liberi dal nostro invadente io, liberiamo il cuore da ogni tipo di posseso. Non è questione di privarci del cibo, ma di ristabilire in noi il giusto equilibrio e avere il dominio delle nostre passioni, facendo dominare la giustizia e l’amore, in una parola fare “regnare Dio nella nostra vita”. E se lui domina, allora “ecco il digiuno che vuole: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire chi è nudo” (Is 58,6-7). L’elemosina: è la tenerezza di Dio, trasmessaci per far misericordia al prossimo; non è questione di dare qualche spicciolo, ma di mettere in pratica le opere di misericordia corporali e spirituali, ricordandoci che ciò che “abbiamo fatto a uno solo dei nostri fratelli più piccoli, l’abbiamo fatto a Gesù” (Mt 25,40). La preghiera: non preghiamo con ipocrisia e vanità, per compiacere noi stessi o per sentirci a posto, ma per essere sempre in comunione con Gesù, fare tutto in Gesù e per Gesù. E in lui, per essere in comunione con il Padre celeste, lodarlo per le meraviglie del suo amore, ringraziarlo per tutti i benefici che riceviamo e perché ci sostenga nel compiere sempre la sua santa volontà

Lettura esistenziale

“State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 6,1). Preghiera, digiuno ed elemosina sono i tre pilastri della spiritualità del cristiano. Per vivere la vita di grazia in Cristo o, meglio, per mantenerla sempre operante in noi, occorre pregare con fervore e umiltà il Signore; occorre praticare il digiuno, affinché il corpo impari a collaborare con lo spirito, occorre avere pietà verso il prossimo, aiutandolo con l’elemosina, che è l’espressione della vita divina in noi. Gesù non dice nulla di nuovo, ma ci insegna a vivere questi tre pilastri in modo autentico, ossia per la gloria di Dio e non per la nostra gloria. Lo Spirito Santo ci invita a pregare, facendo nostri i bisogni di tutti gli uomini; ci invita a digiunare, sacrificando qualcosa dei nostri istinti, per rendere gloria a Dio anche con il nostro corpo, e infine ci esorta ad essere generosi con i nostri fratelli che sono nel bisogno, donando loro con gioia quanto possiamo, senza paura di rimanere privi delle cose necessarie. Imitiamo il Figlio di Dio, che facendosi uomo per noi ha pregato, ha digiunato, ha praticato l’elemosina.