• 5 Maggio 2024 12:58

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Report Caritas Sicilia: “fatica dei siciliani, volontariato e vicinanza della Chiesa”

I Siciliani fanno fatica: continuano a pagare il prezzo della crisi economica post Covid e lo scotto di un diffuso disagio sociale reso più pungente dalle scarse nascite e dall’emigrazione giovanile. Lo raccontano i dati presentati nel corso di un appuntamento su “Inclusione sociale e povertà” organizzato dalla Conferenza episcopale siciliana con il patrocinio dell’Assemblea regionale siciliana e che si è svolto ieri presso l’Università degli Studi di Messina. Un impegno a tre voci che testimonia come la questione riguardi tutti e abbia una dimensione anche politica e culturale.

LA CORNICE. Perché il quadro fornito sia comprensibile, occorre sapere che il Report Caritas Sicilia 2022 è un lavoro che “nasce dal desiderio di monitorare le problematiche emergenti relative alla povertà e ai bisogni rilevati sul territorio regionale nello scorso anno” e che diviene strumento prezioso per comprendere lo stato di salute del tessuto sociale siciliano. Infatti, la capillarità della presenza sul territorio – 1.797 parrocchie in 18 diocesi, nelle 9 province – rende la fotografia della situazione nitida e la metodologia di raccolta dei dati presentati, frutto di un’analisi condotta dalla segreteria dell’Ufficio regionale per la Carità della CESi, la rende affidabile.

I dati sono stati forniti dalle Caritas diocesane, testimoni del disagio locale e dell’entità dei bisogni e protagoniste prima dello “stare accanto”, attraverso l’ascolto che è alla base del modo della Caritas e “cuore della relazione che aiuta”, e solo dopo del servizio vero e proprio, inteso come “luogo in cui si fa esperienza dei bisogni, si cercano soluzioni, si coinvolge la comunità”.

I NUMERI. All’interno di 387 centri di ascolto diffusi sul territorio, i volontari della Caritas hanno incontrato 29.000 persone; 35.650 gli interventi. Per la maggior parte hanno riguardato aiuti materiali, innanzitutto alimentari. Ma alla Caritas sono arrivate richieste differenti: tante riguardano la casa o la salute, altre la consulenza legale, il supporto socio-educativo, l’aiuto nell’orientamento al lavoro e/o alla formazione.

LE PERCENTUALI aiutano a comprendere meglio: le problematiche abitative hanno riguardato il 27% degli utenti, gli interventi per la salute il 21% e un altro 21% per quello che la Caritas definisce “sforzo promozionale” e che è tradotto negli aiuti a cui prima si è accennato: supporto socio-educativo (16%), supporto psicologico (7%), orientamento al lavoro/formazione (6%), consulenza professionale (4%). Il restante 19% riguarda altri variegati tipi di sostegno alle persone.

I SERVIZI. Nel 2022, gli aiuti alimentari sono stati forniti attraverso 599 centri di distribuzione, di cui 233 convenzionati con il programma Fead. Sono state attive 22  mense all’interno delle quali sono stati serviti un totale di 608.460 pasti. Ai 12 empori – nei quali si trova cibo, prodotti igiene, materiale scolastico, abbigliamento – hanno avuto accesso 3.224 persone.

Per far fronte all’emergenza abitativa, sono stati operativi 15  dormitori, di cui 13 strutturati e 2 di prima accoglienza, che garantiscono 259 posti letto in tutto. Quest’anno l’accoglienza si è allargata anche ai cittadini ucraini in fuga dal conflitto: la Sicilia ha accolto 324 adulti, quasi esclusivamente donne, e 203 minori, di cui 20 non accompagnati.

Tra i servizi offerti anche quelli che riguardano la salute: nei 13 ambulatori medici sono state fornite prestazioni e consulenza sanitaria a 2.418 persone. Alle farmacie solidali, quattro per l’esattezza, si sono rivolte 1.700 persone.

Attivi anche servizi di attenzione alla fragilità: 242 le persone con diverse abilità coinvolte soprattutto in attività socializzanti, laboratoriali ed inclusive.

LA CHIAVE DI LETTURA. A guardare da vicino, la Caritas rivela che “le famiglie continuano a chiedere aiuto per far quadrare il precario bilancio familiare, malgrado le varie forme di sostegno al reddito”. Se i dati venissero confrontati con quelli del precedente Report, si potrebbe pensare a un miglioramento: lo scorso rapporto sintetizzava gli interventi dei due anni “speciali” del Covid – quindi 2020 e 2021 – che avevano registrato un’impennata straordinaria. Questo miglioramento in rapporto ai tempi di emergenza Coronavirus è una sorta di “falso positivo”: oggi, con il ritorno ad una certa normalità, confrontando i dati con quelli del 2019, quindi dalla “quotidianità” precedente e quella che si sta lentamente ritrovando, si registra un aumento di quasi 100%. E, per la Caritas, questo racconta fatica, difficoltà e stenti di tanta gente – di cui i volontari conoscono nomi, volti e storie – nascosta dentro cifre e percentuali.