• 29 Aprile 2024 0:22

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

Domenica della XXIII settimana del tempo Ordinario (Anno A)

Letture Ez 33,1.7-9; Sal 94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità (….)»

La Parola di questa domenica capovolge la logica umana: non c’è nessuno diverso, non c’è nessun nemico, ma chi mi sta d’innanzi è un fratello.

Xenofobia, omofobia, femminicidi, violenze di gruppo, tutto questo è il frutto di una logica disumana, Gesù invece ci dice che l’atro, il diverso, lo straniero, la ragazzina, la donna, fa parte della mia stessa famiglia in quanto figlio o figlia di Dio.

Ancora una volta Gesù ci dice come a Pietro domenica scorsa: “Va dietro a me satana, perché tu non pesi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

Assumendo la logica di Dio, capiamo che l’atro non è un rivale, non è un anormale, non è un invasore… ma semplicemente un fratello con cui ho un debito, ed è quello di amarlo così come afferma San Paolo e di custodirlo come leggiamo nel libro del profeta Ezechiele.

Capisco, non è facile considerare l’altro mio fratello, anche perché fatichiamo a considerare Dio come Padre. Per raggiungere questo obiettivo serve molta Parola di Dio, overdosi di quella Parola che  dona la vera libertà di sentirci fratelli di ogni umana creatura capace di essere restauratori di legami.

A tal proposito voglio condividere con voi ciò che San Francesco scrive ad uno dei suoi frati ministri: “E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli”. (lettera ad un ministro FF235)

“Se tuo fratello commette una colpa contro di te”. Quindi per Gesù è scontato che l’atro può sbagliare, anche se va a messa ogni giorno, anche se è prete o frate, anche se riveste incarichi prestigiosi… può sbagliare. Papa Francesco anni fa disse che è meglio una Chiesa accidentata che una Chiesa chiusa che fa puzza di naftalina. Siamo in divenire. Cioè in crescita

Il fratello o la sorella non sono da cancellare sulla faccia della terra ma da custodire.

Utopia? No, Amore, quello vero, quello che viene da Dio che ci rende custodi dell’altro/a e non aguzzini o giudici pronti ad emanare sentenze o ad approvare chi le emana. San Francesco sempre nella lettera ad un Ministro scrive: “non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori”.

“se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello”. Infine il fratello è una persona che dobbiamo guadagnare ad ogni costo. È considerato un escluso, uno scarto, un rifiuto? No. Con lui ti comporterai come Gesù, che siede a mensa con Matteo e i pubblicani di Cafarnao, che discute con Zaccheo e la samaritana, che si fa lavare i piedi da una prostituta, che si contamina con lo scarto e la feccia di Israele… perché il Signore gioisce quando diventiamo artigiani di pace, quando costruiamo la Sua Famiglia, quando le lance sono convertite in vomeri… quando ragioniamo non secondo gli uomini ma da Dio… amando.