• 4 Ottobre 2024 13:05

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Ieri sera San Fratello ha fatto memoria della Canonizzazione di San Benedetto il Moro, avvenuta il 24 maggio del 1807 da parte di Papa Pio VI.

Un evento importante per il centro nebroideo che ha visto proclamare Santo un figlio della propria terra.  Benedetto figlio di schiavi africani nasce proprio a San Fratello tra il 1524 e il 1526. L’evento che è inserito nel triennio giubilare indetto il 4 aprile scorso, è stato ricordato durante la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco Don Ciro Versaci, presente Fra Giuseppe Benedetto Maggiore dei Frati Minori di Sicilia che, attraverso la peregrinatio delle reliquie, sta facendo conoscere il Santo Moro suo confratello e concittadino in diversi luoghi della Sicilia.

Don Versaci nell’omelia ha evidenziato diverse virtù del Santo Frate Minore, in maniera particolare la virtù della pazienza. A inoltre evidenziato l’eredità pesante che Benedetto lascia ad ogni battezzato come lui a San Fratello: la santità. Eredità che lascia ad ogni uomo e donna che guardano a lui come esempio di vita cristiana, ma in particolar modo ai suoi concittadini.

A fine celebrazione è stata letta una parte della Bolla di Canonizzazione del Beato Benedetto da San Filadelfio (così come cita più volte il documento in latino) e spiegata l’importanza dell’indulgenza plenaria concessa dal Santo Padre Francesco alla Comunità Ecclesiale di San Fratello.

Di seguito una parte della canonizzazione:

“[…] Qui, aderendo alla richiesta di decretare la canonizzazione, presentata una, due, tre volte dal nostro diletto figlio Innico Diego Caracciolo, cardinale  presbitero di santa Romana Chiesa, del titolo di Sant’Agostino, procuratore,  dopo avere recitato le preghiere e cantato le litanie, invocato lo Spirito creatore [Veni Creator Spiritus], perché illuminasse la nostra mente e riempisse il nostro cuore della grazia divina, a onore della santis­sima e indivisibile Trinità, a esaltazione della fede cattolica, ad ac­crescimento della religione cristiana, con l’autorità del Signore nostro Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo, e no­stra, con l’aiuto divino più volte implorato, e con il consiglio e il giudizio dei cardinali, del Patriarca, degli Arcivescovi e dei Vescovi che risiedono in Roma, di­chiariamo solennemente che il Beato Benedetto da San Filadelfio, ricchissimo di ogni virtù e illustre per la gloria dei miracoli, deve essere defini­to santo. Lo abbiamo inserito nel canone dei Santi, insieme a Francesco Caracciolo, ad Angela Merici,  a Coletta Boilet e a Giacinta Mare­scotti, e abbiamo disposto che egli sia onorato e venerato da tutti i cristiani, stabilendo che, dovunque ci siano chiese e altari sui quali vengono offerti sacrifici a Dio, si possano edificare chiese in suo onore e si celebri la sua memoria tra i santi confessori non pontefici il quattro aprile di ogni anno […].”