Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Tutti i Santi dell’Ordine Francescano
Vangelo: Mc 10,17-21
Riflessione biblica
“Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!” (Mc 10,17-21). È festa di famiglia: celebriamo la festa di tutti i nostri Santi e Sante dell’Ordine Francescano: martiri e confessori della fede, sacerdoti e laici, religiosi e religiose, vergini e persone sposate, poveri e ricchi, semplici cittadini, re e regine. Una realtà li accomuna: hanno amato Cristo povero, umile e crocifisso. Forse, tutti questi Santi, agli inizi del loro cammino spirituale, come il giovane ricco, hanno chiesto: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Di sicuro, l’ha fatto Francesco d’Assisi: “Cosa vuoi che io faccia, o Signore?”. Ma, a differenza di quel giovane ricco, Francesco e i suoi seguaci hanno compreso che l’unica cosa necessaria per avere la vita eterna è seguire Gesù povero, umile e crocifisso. Ad essi, Gesù ha proposto il Vangelo della sequela: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri. Innamorati di lui, si spogliarono di tutto, per seguirne l’esempio: “Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9); si fecero solidali con i poveri, riconoscendo in essi Cristo: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40); riconobbero in Gesù, il tesoro nascosto nel campo: vendettero ogni cosa e la posero al centro della propria esistenza, perché in lui solo possiamo avere la vita eterna. “Va’, vendi, dallo ai poveri, vieni e seguimi”: cinque imperativi che tagliano i ponti con la sapienza di questo mondo, “per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Col 2,2-3). Così, non hanno rinunciato alle ricchezze per divenire “perfetti” o per un più efficace cammino spirituale, ma per entrare in comunione con Gesù: egli è “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Ebr 12,2). Egli è la roccia della nostra vita spirituale (1Cor 3,11; 10,4).