• 5 Maggio 2024 22:44

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Santo del giorno. La testimonianza di vita di Rosalia che restituisce speranza

C’è un solo “regno”, quello di Dio, e un solo “potere”, quello dell’amore: ogni altra logica è schiava del mondo e produce frutti destinati alla caducità. Ce lo ricorda bene oggi la storia di Rosalia, la santa più cara ai palermitani e loro patrona.

Nata a metà del XII secolo in un momento in cui si cercava di ricostruire il tessuto cristiano della Sicilia dopo il dominio arabo durato dall’827 al 1072, Rosalia Sinibaldi era di famiglia nobile. Ai fasti della corte reale, però, preferì una vita nel segno dell’essenziale, un’esistenza da anacoreta, intuendo che la testimonianza da religiosa era in quel momento la strada più efficace per ridare speranza alla sua terra ferita. Decise quindi di ritirarsi prima in una grotta a 90 chilometri da casa, vicino a un monastero basiliano, poi sul Monte Pellegrino, non lontano da una comunità benedettina, e qui morì nel 1160.

Nel 1624 Palermo fu colpita da un’epidemia di peste, che fu sconfitta solo dopo che le reliquie di santa Rosalia furono portate in processione per le strade della città sofferente. Per questo nel 1666 venne dichiarata patrona del capoluogo siciliano.