• 2 Maggio 2024 18:54

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Santo del giorno. San Diego d’Alcalá, amò Cristo povero e crocifisso nei poveri e ammalati

San Diego, nacque nella Spagna, a S. Nicola di Porto, e fin dalla sua prima giovinezza si dedicò alla pratica della disciplina cattolica e si esercitò nel raccoglimento e nella vita interiore. In gioventù si fa eremita vicino al paese nativo: prega, coltiva un orto, fabbrica oggetti di uso domestico, che poi scambia con panni per vestirsi. Ma se ne va quando la gente intorno a lui diventa troppa. Per servire Dio integralmente, entra nel convento di Arizzafa nell’Ordine dei Frati Minori,  dopo aver fatto il noviziato emette la  professione religiosa rimanendo frate non sacerdote. E’ uno dei santi più popolari di Spagna e delle Americhe, dove portano il suo nome fiumi, baie, canali e varie città, tra cui San Diego di California.

Da quel momento non c’è occupazione per quanto umile a cui si rifiutasse, fedelissimo sempre e in tutto a quello che richiedeva da lui la santa ubbidienza. Nel 1441 viene inviato missionario nelle Isole Canarie, situate accanto all’Africa Nord Occidentale, sull’Oceano Atlantico.
Diego si dà tanto da fare per aiutare e convertire il popolo, ed è così bravo da essere nominato guardiano ( superiore). È ben voluto dai religiosi e dai poveri indigeni. Non dai colonizzatori che preferiscono dominare gente analfabeta, superstiziosa e lontana da Dio. Così il bravo Diego nel 1449 deve ritornare in patria dove ricomincia a svolgere le sue mansioni di cuoco e portinaio. Un anno dopo si reca a Roma mentre infuria l’epidemia di peste. È un fuggi fuggi dal contagio. Lo stesso papa Niccolò V ripara a Fabriano (Ancona). Non Diego, ovviamente. Eroicamente, lui rimane con i poveri disperati, li cura, organizza in condizioni estreme, ma con coraggio e successo, la distribuzione di cibo per le strade. Si occupa dei frati ammalati e molti di loro, grazie a Diego, guariscono. Anche in Spagna, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita, Diego si rende protagonista di miracoli eclatanti. Un giorno cerca di portare fuori dal convento una cesta colma di pane per i poveri affamati. Il buon Dio, per agevolarlo nel compito, trasforma i panini in petali di rose. Quando, poi, il lavoro in cucina è troppo gravoso, ecco alcuni angeli aiutare con gioia il frate.

Poverissimo, pronto a rendere qualunque servizio al prossimo, si preparò a ricevere la corona del giusto, che ormai presentiva vicina. Messosi a letto, contemplo con amore più vivo le piaghe del Salvatore morto sulla croce e spirò nel suo amplesso il 13 novembre del 1463. Il suo corpo, per desiderio del popolo, rimase esposto alla venerazione dei fedeli per diversi mesi mantenendosi prodigiosamente incorrotto. La sua tomba poi fu fonte di inesauribili grazie e miracoli, per cui Sisto V lo annoverò nel catalogo dei Santi.