• 7 Dicembre 2024 3:51

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24

Riflessione biblica

“Venite, la cena è pronta. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi” (Lc 14,15-24). Tutti siamo invitati al banchetto del Signore: “Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati” (Is 25,6). Purtroppo, non tutti siamo disposti ad accogliere il suo invito: le scuse sono tante. Forse, abbiamo la presunzione di salvarci con le nostre buone opere, come avvenne con i farisei e gli scribi: “Ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio” (Rom 10,3). Si sono esclusi da se stessi dalla “grande cena messianico-escatologica”, privilegiando le loro “buone opere” all’amore del Regno di Dio. L’invito è gratuito e non dipende dai nostri sforzi: “Avrò misericordia per chi vorrò averla, e farò grazia a chi vorrò farla. Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia” (Rom 9,16) verso “poveri, storpi, ciechi e zoppi”, quali siamo stati noi nella storia della salvezza. L’invito è pressante e angosciante (“costringili a entrare”): non è violenza; è il tentativo dell’amore misericordioso di Dio che vuole tutti salvi. E realizza il progetto messianico di Gesù: “portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, introdurli nell’anno di grazia” (Lc 4,18-19), per essere partecipi al grande banchetto messianico (Is 25,6). Solo la sua misericordia ci rende degni di partecipare al banchetto eucaristico, a noi l’impegno di accettare l’invito del Signore con la santità della vita: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore” (1Cor 11,26-27).

Lettura esistenziale

“Gesù gli disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; e all’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: ‹‹Venite, perché tutto è già pronto››. Tutti insieme cominciarono a scusarsi.” (Lc 14, 16-18a). Nel brano evangelico odierno Gesù usa un’immagine molto efficace per descrivere il Regno dei Cieli, quella del banchetto a cui tutti sono invitati a partecipare. Proprio tutti, senza badare a meriti, razza, moralità. L’invito potrebbe sembrare casuale, invece esprime la precisa volontà di raggiungere tutti, nessuno escluso. “Il Vangelo mostra che Dio non cerca uomini perfetti, non esige creature immacolate, ma vuole uomini e donne incamminati, anche col fiatone, anche claudicanti, ma in cammino. È così è il paradiso. Pieno di santi? No, pieno di peccatori perdonati, di gente come noi. Di vite zoppicanti. Il re invita tutti, non a fare qualcosa per lui, ma a lasciargli fare delle cose per loro: che lo lascino essere Dio!” (Ermes Ronchi) Il banchetto è simbolo di gioia, di festa, eppure quante scuse accampano gli invitati pur di non partecipare. Quante scuse accampiamo, talvolta, anche noi invece di lasciarci raggiungere dall’amore di Dio che ci rende felici. Forse perché, in fondo, siamo convinti che Dio ci rubi la gioia con le prescrizioni e i precetti, mentre Egli è l’Unico che ce la dona veramente.