• 29 Aprile 2024 18:29

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XXI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Ts 2,9-13; Sal 138; Mt 23,27-32

Riflessione biblica

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità” (Mt 23,27-32). Duro, ma profetico il “guai a voi”: riceviamolo con decisione di vera “conversione del cuore”. Esso intende ristabilire il giusto equilibrio interiore nella verità: “Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto” (S. Agostino). L’interiorità è cammino di luce: luce che penetra nel cuore, toglie ogni ambiguità e ci rende autentici nella verità e nell’amore. È esperienza di una forza che ci rende capaci di liberarci dal peccato e dal male, per piacere in tutto al Signore della vita: “Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). È sapienza di vita, che ci fa gustare la dolcezza della verità della Parola di Dio, l’equilibrio della sua giustizia che ci fa essere umani e spirituali, la potenza dell’amore che ci rende capaci di misericordia e di accoglienza e ci stabilisce nella pace. Veri nel rapporto con Dio: nella preghiera siamo più preoccupati di eseguire una “bella cerimonia”, non di essere in comunione con il Signore. Quante distrazioni, che rendono la nostra preghiera insipida: “Questo popolo mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani” (Is 29,13). Nel rapporto col prossimo: mettiamo in evidenza il primato dell’amore fraterno, ma poi non sappiamo perdonare e non abbiamo misericordia: “Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia” (Gc 2,12-13). Nel rapporto quotidiano con gli altri: “Bando alla menzogna e dite ciascuno la verità al prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri. Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4,25.28). Perseveriamo nella via dell’amore e “rivestiamoci di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandoci a vicenda e perdonandoci gli uni gli altri” (Col 3,12).

Lettura esistenziale

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume” (Mt 23, 27). Gesù non si scaglia mai contro la debolezza dei piccoli, ma contro l’ipocrisia dei pii e dei potenti, quelli che redigono leggi sempre più severe per gli altri, mentre loro non le toccano neppure con un dito. Anzi, più sono inflessibili e rigidi con gli altri, più si sentono fedeli e giusti. Leggendo, nel Vangelo odierno, l’invettiva che Gesù pronuncia contro l’ipocrisia degli scribi e dei farisei che si preoccupavano più di apparire davanti alla gente, che di essere, mi viene alla memoria, per contrasto, la semplicità di San Francesco di Assisi. Egli viveva una tale semplicità, che è unità e trasparenza di vita, che se per necessità e spinto dai confratelli, recava sollievo, talvolta, al suo povero corpo stremato dalle fatiche, dai digiuni e dalle molteplici malattie, non tardava ad accusarsene pubblicamente, perché tutti lo sapessero. Gesù non rimprovera la fatica di chi non riesce a vivere in pienezza il sogno evangelico, ma l’ipocrisia di chi neppure si avvia verso l’ideale, di chi neppure comincia un cammino, e tuttavia vuole apparire giusto.