• 2 Maggio 2024 13:51

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XXXsettimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 8,26-30; Sal 12; Lc 13,22-30

Riflessione biblica

“Signore, sono pochi quelli che si salvano?” (Lc 13,22-30). I rabbini del tempo del Signore erano divisi nel rispondere a tale domanda: alcuni ritenevano che “tutto Israele avrebbe partecipato al mondo futuro”, mentre altri sostenevano che solo pochi vi avrebbero avuto parte. A prima vista, sembra che Gesù dia ragione a questi ultimi: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (Lc 13,24). Ma il pensiero di Gesù è lontano dalla rigidità farisaica che esclude per principio legalistico chi non è osservante dei precetti della legge mosaica. In verità, per lui la domanda stessa è inutile, perché dettata più dalla curiosità che non dal vivo desiderio di aver parte al Regno di Dio.gesu-300x176 Sforzatevi di entrare per la porta stretta È chiaro: per Dio, il suo Regno è aperto a tutti gli uomini: “Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore: egli vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tim 2,4). Egli richiede solo una cosa: la fede in Gesù. Come sta scritto: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Sicuro, la fede non è un’opera da compiere, ma un affidarsi totalmente a Dio, sperare nella sua misericordia infinita, amare lui con tutto il cuore e con tutta l’anima e con tutte le forze (Lc 10,27) e amarci a vicenda come Gesù ci ha amato (Gv 13,34). Attenzione: non siamo noi che ci salviamo con i nostri sacrifici e buone opere, perché la salvezza “non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia” (Rom 9,16). “La porta stretta”, infatti, è “la fede agente mediante la carità” (Gal 5,6), che ci permette di lottare contro il male, ci fa accettare le difficoltà della vita secondo la volontà salvifica di Dio e di edificare noi stessi e il prossimo nel bene. In ogni caso, è una fede che rimane salda anche nelle avversità dell’esistenza umana: “li esortavano “a restare saldi nella fede, perché dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14,22). Facciamo nostre le parole di Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione” (2Tim 4,7-8).

Lettura esistenziale

gesu-13-300x199 Sforzatevi di entrare per la porta stretta“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (Lc 13, 24). Alla domanda che un tale rivolge a Gesù: “Signore sono pochi quelli che si salvano?” (Lc 13, 23), Egli non gli risponde direttamente, ma lo invita a riflettere. Gli fa capire che non è importante il numero, se saranno molti o pochi a salvarsi, ma indovinare la strada buona, quella che conduce alla porta che dà accesso alla salvezza.

Cristo è la porta (cfr Gv 10, 9) che ci introduce a Dio Padre e, in comunione con Lui, godremo della sua misericordia, della sua protezione e del suo affetto. La porta è stretta perché ci vengono richiesti dei sacrifici, dobbiamo reprimere il nostro orgoglio, toglierci di dosso il peso delle nostre mancanze ed eliminare ogni timore di aprire il cuore a Dio con umiltà. La porta è stretta, ma è sempre spalancata, cioè la salvezza è accessibile a tutti, ma non è una bazzecola.

Per entrare nel regno dei cieli, bisogna farsi piccoli e umili. Dio non esclude nessuno, ma resteranno fuori coloro che si rifiuteranno di entrare attraverso questa porta.

“Vorrei farvi una proposta – diceva Papa Francesco -. Pensiamo adesso, in silenzio, per un attimo alle cose che abbiamo dentro di noi e che ci impediscono di attraversare la porta: il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati. E poi, pensiamo all’altra porta, quella spalancata dalla misericordia di Dio che dall’altra parte ci aspetta per darci il suo perdono”.