• 10 Novembre 2024 2:15

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Siccità: diocesi Agrigento, “una ferita aperta nel cuore della nostra comunità”

“Mentre i media parlano di ‘crisi idrica’ in termini astratti, noi vediamo i volti concreti di questa emergenza: l’anziana Angela, costretta a letto, Michele e la sua famiglia che lottano per sopravvivere, Calogero e Antonella… Dietro ogni nome, c’è una storia di dignità umiliata e di speranza affievolita”. Queste le parole contenute nella nota diramata dal Consiglio pastorale dell’arcidiocesi di Agrigento sulla crisi Idrica nel territorio, rilanciata dall’Agenzia dei Vescovi SIR, nella quale sottolineano l’importanza di farsi voce dei senza voce, denunciando ogni forma di ingiustizia e portando la speranza del Vangelo, “Il nostro grido sale al cielo come una supplica insistente, come la vedova che non si stanca di chiedere giustizia (anche di fronte al giudice corrotto!)”. “La crisi idrica che colpisce la nostra terra non è solo un problema tecnico, ma una ferita aperta nel cuore della nostra comunità”, proseguono nel comunicato del Consiglio pastorale diocesano che professa l’attenzione ai segni dei tempi ed il coinvolgimento nelle situazioni di vita del popolo agrigentino, condividendo ansie e attese e promuovendo e condividendo tutte le iniziative più adatte per la rinascita spirituale, morale e sociale. “La nostra comunità cristiana è una famiglia. Siamo uniti da un unico Padre e chiamati a prenderci cura gli uni degli altri. Portiamo la nostra fede nelle strade traducendola in opera concreta. E’ importante che la nostra Chiesa sia esempio di grido pacifico, ma convincente, affinché all’ingiustizia non si aggiunga altra sofferenza”.

Già nel mese di giugno l’arcivescovo metropolita di Agrigento Alessandro Damiano aveva aderito all’iniziativa del Cartello sociale #vogliamolacqua. In quell’occasione Damiano disse: “Vogliamo fare sentire la nostra voce non contro qualcuno, ma in favore dell’acqua, per una equa distribuzione”.

Una soluzione definitiva sarebbe il rifacimento di rete idrica. “Sappiamo che sono pronti 38 milioni di euro per rifarla. E chiediamo di dare subito inizio ai lavoro, anche entrerebbe a regime tra tre anni”. Questa la vicenda, ma il dato è anche un altro. E lo spiegava bene don Mario Sorce, proprio a margine di questa manifestazione: “Come Chiesa sentiamo la necessità di dare risposte alla nostra gente, vogliamo fare sentire la voce di chi non ha voce”. Al fianco dei cittadini, anche l’arcivescovo Alessandro Damiano, che ha partecipato alla marcia: “L’acqua è vita e si declina in tante cose: l’acqua domestica, quella per le attività commerciali e per l’agricoltura. Senz’acqua non si può vivere. Vogliamo fare sentire la nostra voce non contro qualcuno, ma in favore dell’acqua, per una equa distribuzione”.

Intanto è arrivata nelle scorse ore al porto di Licata, la nave cisterna “Ticino” della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua destinati a mitigare gli effetti della crisi idrica nell’area dell’Agrigentino e di Gela.  Un intervento sollecitato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per tamponare l’emergenza in una delle aree più colpite e coordinato dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, d’intesa con la Protezione civile nazionale.

«Ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze per mettere in campo ogni iniziativa necessaria ad alleviare gli effetti della siccità che sta colpendo la Sicilia – dice Schifani – e molte altre aree del Mediterraneo. Il mio obiettivo non è solo arginare l’emergenza, ma risolvere definitivamente tutta una serie di problemi strutturali nel settore idrico siciliano che si trascinano da anni e che sono in parte causa dello stato in cui ci troviamo oggi. Abbiamo pianificato e avviato – conclude il presidente –  un vasto programma di interventi per rendere più efficiente il servizio idrico, opere che la Sicilia attende da troppo tempo e che incomprensibilmente non sono state avviate da chi ci ha preceduto. Un ringraziamento al ministro della Difesa, Guido Crosetto, per l’immediata disponibilità della Marina militare alla collaborazione con la Regione in un momento critico».

La “Ticino”, partita da Augusta ha attraccato al porto di Licata, ritenuto il più idoneo per l’approdo in seguito alle verifiche effettuate da Aica, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento. L’acqua trasportata dalla nave verrà immessa nella rete idrica in circa 25-30 ore per rifornire il Comune, permettendo di “liberare” risorse che verranno dirottate verso altri centri della zona colpiti dall’emergenza siccità.