• 1 Novembre 2024 0:52

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Pio X

Letture: Gdc 2,11-19; Sal 105; Mt 19,16-22

Riflessione biblica

“Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?” (Mt 19,16-22). Mi viene in mente il giovane Francesco d’Assisi: “Signore, che vuoi che io faccia?” (FF 1400). Forse, anche noi siamo stati al bivio della vita: volevamo conoscere il nostro futuro. Ma il Vangelo non parla di un orientamento futuro. E neppure del presente terreno, ma dell’orientamento essenziale che guida il cammino che conduce alla vita eterna. Purtroppo, la nostra società liquida non parla più di perfezione, ma di “vivere alla buona”, alla giornata. E siamo tutti insodisfatti: non ci sentiamo realizzati. È spontaneo chiedersi: che cosa devo fare per vivere, e per vivere da credente? Gesù ci dà due risposte, valide per ogni cristiano. “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”: non è facile, ma è l’indirizzo di vita che ci porta a realizzarci secondo il progetto di Dio. Chi segue i comandamenti scopre che essi portano all’amore: “Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Rom 13,9). Solo l’amore al prossimo ci porta all’intimità con Dio: sta qui la perfezione: amare il fratello alla luce di Dio. Tale amore deve essere concreto: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,17-18). “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; vieni e seguimi!” (Mt 19,21). Non è questione di “fare del bene”, ma di “amare come lui ci ha amato”: “Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). L’errore del “giovane ricco” sta nel fatto che ha interpretato l’invito di Gesù come spogliarsi di ciò che possedeva; Gesù non gli chiedeva “la povertà per la povertà”, ma “la povertà per amare” con libertà e in pienezza di comunione con lui. Un amore grande che ci fa uscire dal nostro io, un amore umile che si mette a servizio dei fratelli: “Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,14-15).

Lettura esistenziale

“Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?»” (Mt 19, 16). Nel brano evangelico odierno un giovane chiede a Gesù: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Oggi non è facile parlare di vita eterna e di realtà eterne, perché la mentalità del nostro tempo ci dice che non esiste nulla di definitivo: tutto muta, e anche molto velocemente. “Cambiare” è diventata, in molti casi, la parola d’ordine, l’esercizio più esaltante della libertà, spesso si pensa che sia impossibile compiere scelte definitive, che impegnino per tutta la vita. Ma è questo il modo giusto di usare la libertà? È proprio vero che per essere felici dobbiamo accontentarci di piccole e fugaci gioie momentanee, le quali, una volta terminate, lasciano l’amarezza nel cuore? Non è questa la vera libertà, la felicità non si raggiunge così. Ognuno di noi è creato non per compiere scelte provvisorie e revocabili, ma scelte definitive e irrevocabili, che danno senso pieno all’esistenza. Lo vediamo nella nostra vita: ogni esperienza bella, che ci colma di felicità, vorremmo che non avesse mai termine. Dio ci ha creato in vista del “per sempre”, ha posto nel cuore di ciascuno di noi il seme per una vita che realizzi qualcosa di bello e di grande. Dobbiamo avere il coraggio di compiere scelte definitive e di viverle con fedeltà, qualunque sia la nostra vocazione. Nel dialogo con il giovane, che possedeva molte ricchezze, Gesù indica qual è la ricchezza più importante e più grande della vita: l’amore. Amare Dio e amare gli altri con tutto se stessi. Nell’incontro con Cristo e nell’amore vicendevole sperimentiamo in noi la vita stessa di Dio, che rimane in noi con il suo amore perfetto, totale, eterno (cfr 1Gv 4,12). Non c’è nulla, quindi, di più grande per l’uomo, un essere mortale e limitato, che partecipare alla vita di amore di Dio.