• 2 Maggio 2024 9:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXX settimana del tempo Ordinario

Letture: Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21

Riflessione bibliche

“Il regno di Dio è simile a un granello di senape … ed è simile al lievito …” (Lc 13,18-21). Il Regno di Dio opera nella nostra vita spirituale: guarisce, invita, motiva e guida la nostra esistenza in vista del suo compimento. Ciò vuole umile e saggio discernimento spirituale per riconoscerlo operante in noi: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza” (Lc 10,21). Per comprendere il misterioso crescere del Regno di Dio in noi e nella comunità credente, dobbiamo “esultare con Gesù nello Spirito Santo” e lui che ci fa conoscere Gesù e la potenza operante in lui: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future” (Gv 16,13). espirito-santo--300x158 Simile al lievitoNella forza dello Spirito, comprenderemo che in Gesù, piccolo seme di grano, si realizza la nostra salvezza: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). La sua parola, piccolo seme di salvezza, ci comunica la vita divina, che è luce: “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Signore, dammi vita secondo la tua parola” (Sal 119,103); nella forza dello Spirito è fermento di vita: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita” (Gv 6,63). Fermento è la parola di Dio, che ci libera dal “lievito dei farisei, che è l’ipocrisia (Lc 12,1) e ci fa vivere protesi verso la Pasqua di comunione con il Signore: “Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità” (1Cor 5,7-8). parola-300x167 Simile al lievitoTre cose sono necessarie per fare ciò: fiducia, docilità, pazienza. Fiducia: non siamo noi che operiamo la nostra santità, ma siamo nelle mani del divino vasaio (Rom 9,21), “per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti per la gloria” (Rom 9,23). Docilità all’azione dello Spirito Santo in noi: “Liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza” (Gc 1,21). Pazienza: il cammino è lungo, solo nella perseveranza il “seme” cresce e il lievito diviene “pane di grazia e santità” per la nostra salvezza e per la salvezza di tutti: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21,19).

Lettura esistenziale

gesu-1-266x300 Simile al lievito“A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape” (Lc 13, 18-19). La logica del Vangelo è totalmente diversa da quella del mondo. Dio predilige particolarmente i mezzi piccoli, umili, semplici. Per esempio, non è importante essere in tanti o fare statistiche. Non conta quanti cristiani siamo ma quanto viviamo da cristiani. Basti pensare all’impronta indelebile che ha lasciato nel mondo un solo santo: Francesco d’Assisi; un uomo piccolo, povero, umile, semplice che, collaborando con la Grazia di Dio, ha dato una svolta alla chiesa e al mondo, attirando moltissime anime a Cristo.

Un giorno un giornalista, intervistando Madre Teresa di Calcutta, chiese la sua opinione circa i grandi problemi del mondo e come risolverli, ella con tanta semplicità e sicurezza rispose: “I problemi nel mondo sono soltanto due: io e lei”. Come per dire che, se si vuole che il mondo cambi, bisogna cominciare da se stessi, dalla propria conversione, dall’adesione continua al Vangelo.

Gli scienziati dicono che muovendo solamente un dito, si crea un movimento in tutte le molecole dell’universo. Parafrasando: un solo atto d’amore, anche quello più nascosto agli occhi di tutti, ma non agli occhi di Dio, può influenzare il mondo intero, lo può rendere migliore.

Neppure l’atto di porgere un bicchiere d’acqua fresca al nostro prossimo, rimarrà senza ricompensa (cfr Mt 10, 42); nemmeno un sorriso, una parola di conforto o di ascolto o un’opera buona che compiremo per amore di Dio e dei fratelli, sarà dimenticata dal Signore.