• 28 Aprile 2024 5:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della X settimana del tempo Ordinario

Letture: 1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26

Riflessione biblica

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20-26). Per scribi e farisei, la giustizia è armonia con la legge divina, corrispondenza tra ciò che si pensa e si fa con i comandamenti di Dio. Ma la giustizia che vuole Gesù è conformità e rettitudine di vita in un rapporto d’amore con Dio. Essa è dono di salvezza, non basata sui nostri meriti, ma sulla misericordia di Dio: “Noi, Signore, presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando non sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia” (Dan 9,18).crocifisso-300x200 So amare davvero il prossimo? La vera giustizia opera nell’amore a Dio osservando i suoi comandamenti e al prossimo amandolo come Cristo ci ha amati: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”. Tale giustizia è esigente: non esistono precetti grandi e precetti piccoli, ma la volontà di portare a compimento nell’amore il progetto che Dio ha su di noi. Non si tratta di dare una nuova interpretazione ai comandamenti, ma di viverli in Gesù e con lo spirito di Gesù: in lui anche il più piccolo comandamento prende senso e dà forza al nostro cammino spirituale. “Avete inteso che fu detto agli antichi … Ma io vi dico …”. Non basta “non uccidere”: la relazione con il fratello non si limita a “non uccidere”, ma evita di procurargli la morte morale, l’ingiuria, l’isolamento che elimina il fratello dal proprio cuore e dall’orizzonte dei suoi pensieri e sentimenti. Vi sono tanti modi di uccidere il prossimo. Così, la relazione con il nostro prossimo non può regolarsi in base alle “parolaccie”, come segno di chissà quale “maturità” o come intimidazione, pressione o superiorità etica. La parola di Dio ci mette in guardia: “Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. La lingua: è un piccolo fuoco, può incendiare una grande foresta!” (Gc 3,5). Siamo esortati a “gettare via: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla nostra bocca” (Col 3,8). Il comportamento del credente si base sull’amore che edifica il prossimo: “Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4,29). Di più: “Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 4,31-5,2).

Lettura esistenziale

gesu-300x143 So amare davvero il prossimo?“Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5, 20). Gli scribi e i farisei erano scrupolosi osservanti della Legge di Dio e delle numerose prescrizioni che essi stessi vi avevano aggiunte, ma spesso la loro osservanza era sterile perché puramente formale. Quando si osserva la Legge in questo modo, cioè senza anima e senza cuore, spesso ci si serve di questa osservanza per puntare il dito contro gli altri e si diventa molto acuti nello scoprire le mancanze altrui. Precisamente come il fariseo al tempio che, invece di lodare Dio, tesse l’elogio di se stesso, ponendosi al di sopra del povero pubblicano.

Farisei-1-300x150 So amare davvero il prossimo?Varie volte nei Vangeli è raccontato che gli Scribi e i Farisei mormoravano e cercavano pretesti per cogliere in fallo Gesù o per metterlo in difficoltà ponendogli domande trabocchetto. In che senso allora la giustizia del discepolo di Cristo deve essere superiore a quella degli Scribi e dei Farisei? Non certamente diventando inosservanti, ma andando piuttosto al cuore della Legge, che è l’amore. Attesta San Paolo che “tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il Signore Dio tuo come te stesso” (Gal 5, 14), facendo eco alle parole del Signore Gesù il quale dichiara che dal duplice comandamento dell’amore: verso Dio e verso il prossimo, dipendono tutta la Legge e i Profeti (cfr Mt 22, 37-40).

Giuseppe, sposo di Maria, che nel Vangelo viene descritto come uomo giusto, ha vissuto questa superiore giustizia dell’amore quando, non ripudiando Maria come la Legge prescriveva, decise prima di rimandarla in segreto e poi, istruito dall’Angelo sul divino mistero in lei compiutosi, l’accolse come sposa e come tutore del Bambino germogliato in lei per opera dello Spirito Santo.

Possa ogni cristiano contraddistinguersi per questa medesima giustizia imperniata sull’amore e la misericordia.