• 2 Maggio 2024 8:30

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Impressione delle Stimmate del Serafico Padre San Francesco

Vangelo: Lc 9,23-26

Riflessione biblica

“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23-26). Tre esigenze essenziali per seguire Gesù e comprendere l’avventura d’amore di Francesco d’Assisi: rinnegare se stessi, portare la croce con Gesù, seguire Gesù. “Rinneghi se stesso”: è il nostro Esodo personale, vissuto come esigenza liberatrice del nostro spirito. Se vogliamo entrare nella “terra promessa” della comunione con il Signore, dobbiamo avere il coraggio di uscire dall’Egitto del peccato e di tutto ciò che ci separa da Cristo, morire a noi stessi e vivere una nuova vita. san-francesco-1-225x300 Somigliante a CristoFu l’esperienza iniziale di Francesco: Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo” (Fonti Francescane, 110). In quell’abbraccio, rinnegò se stesso e abbracciò Gesù, povero, umiliato e crocifisso. “Prenda la sua croce ogni giorno”la comunione con Gesù divenne concreta, dono a “colui che ci ha amato e ha dato se stesso per noi” (Gal 2,20); ci lasciamo crocifiggere per morire a noi stessi e vivere nell’amore di Gesù: L’amore del Cristo ci possiede: egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14-15). Così, “Francesco morì a questo mondo, ma Cristo viveva in lui. Le delizie del mondo erano per lui una croce, perché portava radicata nel cuore la Croce di Cristo” (Fonti Francescane, 800). “Mi segua”: andare dietro Gesù è la via maestra della santità. Seguendo tale cammino di fede, Francesco, l’amico di Cristo, fu trasformato tutto nel ritratto visibile di Cristo Gesù crocifisso, non mediante il martirio della carne, ma mediante l’incendio dello spirito. E così Gesù “lo infiammò di ardore serafico nell’interno dell’anima e impresse, all’esterno, come un sigillo, sulla sua carne l’immagine perfettamente somigliante di se stesso Crocifisso” (Fonti Francescane, 1375). 

Lettura esistenziale

croce-300x169 Somigliante a CristoSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9, 23). Nel Vangelo odierno, Gesù dice con estrema chiarezza che chi vuole seguirlo non avrà una vita facile, tutt’altro. Il destino umano di Cristo e di colui che lo segue, su questa terra non è il successo, ma il rifiuto. Infatti le scelte a cui ci chiama Gesù, sono scelte controcorrente, che cozzano con la mentalità del mondo. Il Signore insegna che il cammino dei discepoli è un seguire Lui, andare dietro a Lui, il Crocifisso. In tutti e tre i Vangeli spiega questo seguirlo nel segno della croce come il cammino del “perdere se stesso”, che è necessario per l’uomo e senza il quale non gli è possibile trovare se stesso. Quando la realizzazione della propria vita è orientata solamente al successo sociale, al benessere fisico ed economico, non si ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini. Per nessuno è piacevole sentirsi rifiutati, eppure per ciascuno di noi arriva il momento di verificare se siamo disposti davvero a seguire Gesù fino alle estreme conseguenze. Il cristiano segue il Signore quando accetta con amore la propria croce, che agli occhi del mondo appare una sconfitta e un “perdere la vita” (cfr vv. 25-26), sapendo di non portarla da solo, ma con Gesù, condividendo il suo stesso cammino di donazione. Accettando volontariamente la morte, Gesù diventa fonte di salvezza per tutta l’umanità. Anche noi siamo chiamati a collaborare con Lui perché la sua redenzione raggiunga tutti. Lasciamoci trasformare dalla grazia divina, rinnovando, come dice San Paolo, il nostro modo di pensare «per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).