Commenti di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Letture: 1Gv 1,5-2,2; Sal 102; Mt 11,25-30
Riflessione biblica
“Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Il contrasto “piccoli – sapienti e dotti” è importante per la vita spirituale e S. Caterina ci aiuta a comprendere la sapienza divina che c’è in queste parole del Vangelo. Esse ci invitano alla riflessione sapienziale, che impegna la mente e il cuore. La mente capisce il contrasto disuguale: piccolo di per sé si oppone a grande, ma per estensione si applica a chi non è capace di capire la realtà della vita; sapiente e dotto è chi è navigato nella vita e ha comprensione dell’esistenza umana.
Tale differenza è qualitativa: nella prospettiva umana, essa è fonte di pregiudizi, di superiorità altezzosa, di orgoglio che disprezza; nella prospettiva evangelica, Dio preferisce i piccoli, cioè gli umili, perché sono simili a “Gesù mite ed umile di cuore”. Agli occhi di Dio, il modo di vedere “i piccoli e i dotti” si è capovolto: “Ciò che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; ciò che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; ciò che è ignobile e disprezzato per il mondo, ciò che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio” (1Cor 1,27-29).
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In altre parole, è cambiato il metro di valutazione: “Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato” (Rom 12,3).
E la misura di fede che Dio e Gesù ci hanno dato è l’amore: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rom 12,9).
Allora, la riflessione impegna più il cuore che la mente, perché è “dal cuore degli uomini che escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Mc 7,21-22). Ma è anche dal cuore degli uomini, illuminato dalla sapienza di Dio, che vengono i propositi buoni e la decisione profonda di “non conformarci a questo mondo, ma di lasciarci trasformare (da Dio) rinnovando il nostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2).
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Lettura esistenziale
Gesù con la sua umanità ci rivela il mistero di Dio, ci dona la stessa conoscenza che lui ha del Padre, ci mette nel cuore il suo amore e la gioia di essere figli. Gesù esulta nello Spirito, ci coinvolge tutti, prega, mostrandoci come lui si rivolge al Padre. Innanzi tutto lo benedice, è contento del Padre, dice bene di lui. Quando anche noi chiamiamo Padre Dio, lo riconosciamo, diciamo bene di lui, possiamo iniziare a vivere una relazione di tenerezza, fiducia, sicurezza, amore, con lui, con noi stessi e con i fratelli, sentendoci tutti parte di una unità. Gesù ci rivela la grandezza , la trascendenza del Padre “Signore del cielo e della terra”, ma insieme la sua profonda intimità con noi. E’ un Padre buono, nella sua “benevolenza”, si rivela a chi può accoglierlo, a chi ha la consapevolezza di essere figlio, ai piccoli , che nel loro non sapere, vivono lo stupore della conoscenza sempre nuova, il bisogno ed il desiderio, sanno chiedere e ricevono il dono, la rivelazione “le hai rivelate ai piccoli”, sono come lui amore e relazione.
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Riconoscersi piccoli fa molta paura, quando viviamo l’abbandono e crediamo di non essere di nessuno, di non essere amati e preziosi, altrimenti è la condizione necessaria a gioire per tutto l’amore che riceviamo. Ha “deciso” di nascondere “queste cose ai sapienti ed ai dotti” perché chi crede di essere grande, è centrato sulla propria presunzione, non ha la chiave per aprirsi al mistero, non conosce l’amore, vive la divisione al posto della relazione e non può conoscere Dio, può solo continuare a cercarlo, perché Dio è sempre dono e non può imporsi, sta a noi accoglierlo.
Oggi “stanchi ed oppressi”, per tutto ciò che abbiamo e stiamo attraversando, in questo tempo ancora difficile, denso di cattivi presagi imposti anche dai media, possiamo andare a lui, riscoprire l’essenziale della nostra vita, la centralità dell’amore che rigenera, piuttosto che l’egoismo che stanca ed opprime.
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Gesù sa che conosceremo la fatica di essere donne e uomini che scelgono il bene, per raggiungere la pienezza di vita, ma non siamo soli, prendiamo con lui il giogo del suo amore e conosciamo l’essenziale, certi della direzione da seguire, perché è già nel nostro cuore. Nessuna legge impone alle mamme di prendersi cura dei propri figli, non è un dovere, ma una legge interiore che è l’amore che guida ogni gesto in piena libertà. Così è l’amore che Dio mette nei nostri cuori. Siamo piccoli e scopriamo la bellezza delle piccole cose, basta una carezza a guarirci, un bacio a rallegrarci e ci possiamo prendere tanto tempo per amare e lasciarci amare, non per essere egoisti.
Impariamo da Gesù ad essere miti, docili, aperti al dono e liberi dalle prigioni del nostro egoismo, nell’umiltà di riconoscere solo in Dio la fonte di tutto e nei nostri occhi brillerà la tenerezza di Dio e sarà facile scoprire che ci sono tanti “piccoli” nascosti in questo mondo, che ci aspettano.