• 2 Maggio 2024 14:47

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Ts 4,9-11; Sal 97; Mt 25,14-30

Riflessione biblica

“A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno” (Mt 25,14-30). Cinque, due, uno: non è importante il numero dei talenti ricevuti, ma la fedeltà nel farli fruttificare. Nessuno può dire: io non ho ricevuto alcun talento, perché “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1Cor 12,7). Il Signore ha fiducia in noi: operare con impegno e fedeltà è risposta di amore a lui che ci ha chiamati a collaborare nella costruzione del mondo nuovo. Non è importante ricevere molti talenti e neppure ci possiamo vantare di averne molti, perché “a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48). Riflettiamo: i talenti sono tutti i doni di intelligenza, volontà e sentimento, che abbiamo ricevuto; vissuti alla luce della grazia e della misericordia, divengono occasione di dare lode a Dio: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Siamo amministratori dei doni di Dio: “ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4,2) e compia ciò che gli è richiesto: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,34-36). Niente paura! Essa paralizza e non fa operare (Mt 25,25): “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,9). Lasciamoci guidare dallo Spirito di Gesù e non dal nostro egoismo o peggio ancora dall’ignavia, perché “chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna” (Gal 6,8). E sentiremo la voce di Gesù: “Bene, servo buono e fedele sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone” (Mt 25,21.23).

Lettura esistenziale

“Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo la capacità di ciascuno; poi partì” (Mt 25, 14s). Quell’unico talento che il padrone di casa da ad uno dei servi, mi sembra che si riferisca al dono della vita. Essa è unica e irripetibile. Con la Grazia di Dio, ne possiamo fare un capolavoro stupendo, come hanno fatto i Santi che hanno cambiato la storia e hanno lasciato un’impronta indelebile. Persino il loro ricordo è una benedizione. È vero ci sono stati anche promotori di ideologie ingiuste che hanno cambiato la storia in senso negativo, ma, a parte il fatto che questi tali, non si ricordano affatto volentieri, quelle ideologie false, prima o poi sono cadute. Invece se consideriamo la vita dei Santi, è tutt’altra cosa. Porto l’esempio di Francesco e Chiara D’Assisi, vissuti intorno al 1200. Dopo tanti secoli ancora il loro carisma è vivo, ci sono ancora, in tutto il mondo, Frati e Clarisse che seguono la Forma di vita che il Signore ha suscitato nella Chiesa per loro tramite e ne mantengono viva la memoria. In questo brano evangelico, inoltre, mi colpisce la grandezza d’animo, la magnanimità del padrone di casa, figura di Dio stesso; mi riferisco, in particolare, al fatto che dopo aver consegnato i talenti ai servi, si dice che egli “partì”. Si comporta come una persona che si fida e che considera gli altri capaci di compiere cose grandi e belle. Non se ne sta sempre lì a controllare se facciamo buon uso dei suoi talenti oppure no, come se fossimo eternamente bambini, ma ci tratta da uomini e donne adulti, lasciandoci anche liberi di sbagliare. Mi piace molto questo modo di fare che mette in risalto non disinteresse, da parte del padrone, ma, al contrario, pienezza di fiducia, quella pienezza di fiducia che infine ci fa crescere.