• 5 Maggio 2024 0:49

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 8,1-11; Sal 23, Lc 13,1-9

Riflessione biblica

“Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,1-9). Due fatti tragici di cronaca e una parabola, ma l’insegnamento di Gesù è unico: l’urgenza di convertirci, altrimenti si rischia di perdere la salvezza e di aver parte al Regno di Dio. E la conversione non può esser determinata da eventi tragici di cronaca: sono fatti dovuti ora alla cattiveria di un potente violento, quale fu realmente Pilato, o di una qualche imperizia o furbizia di qualche costruttore senza scrupolo, ma non certamente dallo stato di peccato di quei poveri sfortunati che ne subirono il danno. preghiera-300x200 Tempo di conversioneIn ogni caso, tali fatti debbono indurre ad un discernimento sapienziale: “Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato” (Sir 5,7). Ora non è il tempo del castigo, ma della conversione, della misericordia e del perdono. “Ora è il momento favorevole, ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,2). Accogliamo l’invito del Signore, prendiamo la decisione di convertirci e cerchiamo i modi giusti di portare a compimento, con l’aiuto della grazia del Signore, il proposito di seguirlo anche nel portare la croce con lui. La parabola del “fico sterile” ci indica due modi concreti di conversione: zappare attorno e concimare il terreno. “Zappare attorno”: serve a smuovere il terreno della nostra anima per renderlo permeabile all’azione della grazia, dargli il respiro nuovo del Vangelo per vivere in novità di vita, liberarlo dalle erbe infestanti delle nostre passioni, giudizi e pregiudizi, in modo da essere uomini liberi, che si servono della libertà non come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio” (2Pt 2,16). “Vi metta il concime”: è il nutrimento che ci fornisce la lettura assidua del Vangelo, la preghiera umile e amorosa sotto l’azione dello Spirito Santo “che intercede per noi secondo i disegni di Dio” (Rom 8,27), la pratica dei sacramenti per vivere in grazia, i colloqui con persone che praticano la spiritualità per essere guidati con saggio discernimento, le letture di opere spirituali e altri strumenti che ci fanno crescere nella vita spirituale. In ogni caso, “facciamo molta attenzione al nostro modo di vivere, comportandoci non da stolti ma da saggi, non agiamo da sconsiderati, ma cerchiamo di comprendere qual è la volontà del Signore e ricolmiamoci dello Spirito” (Ef 5,15-18)

Lettura esistenziale

prete-in-preghiera-300x169 Tempo di conversione“Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici” (Lc 13, 1). Gesù, nel Vangelo di oggi, parte da un episodio di cronaca e cerca di tirare fuori un insegnamento che è sempre di attualità: il perché della sofferenza. Non sappiamo la ragione del dolore e nemmeno la Bibbia ne fornisce una spiegazione chiara e univoca. Cristo non è venuto a darci una spiegazione della sofferenza, ma a prenderla su di Sé, a condividerla con noi, a portare insieme a noi la croce quotidiana.

Commentando la tragica fine di questi uomini, alcuni morti per mano di Pilato, altri uccisi dal crollo della torre di Siloe, Gesù ci fornisce una preziosa indicazione: non sono morti a causa dei loro peccati. Dio non punisce i suoi, né manda insopportabili croci per metterci alla prova: spesso la causa del nostro dolore è da ricercare nelle nostre scelte sbagliate o nell’incapacità degli uomini di vivere da adulti consapevoli ed equilibrati. Se soffro non è perché Dio ce l’ha con me. Ma, conclude Gesù, la prova può diventare l’occasione di crescere, di affrontare la vita con maggiore consapevolezza, di andare oltre.

La prova è il momento della verità, il momento in cui emerge se crediamo davvero a tutto ciò che abbiamo professato con le labbra. La prospettiva di Gesù, è ardua, ma è carica di speranza: il dolore non è necessariamente una catastrofe ma può trasformarsi in inattesa e provvidenziale opportunità. Possiamo subire la sofferenza e diventare sterili, oppure cogliere la prova come un’occasione per santificarci.