• 8 Maggio 2024 8:03

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Don Ciro Lo Cicero

XXI domenica del Tempo Ordinario (A)

Letture: Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Al centro della parola di Dio di questa domenica c’è il rapporto del tutto speciale tra Gesù e Pietro. Siamo a Cesarea di Filippo e Gesù fa un’indagine: chiede agli apostoli quale sia l’opinione che di lui ha la gente comune.

«La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». La risposta: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti» dimostra inequivocabilmente che nessuno fra la gente ha compreso chi sia realmente il Signore. Poi si rivolge ai suoi: «Ma voi, chi dite che io sia?». E Pietro prorompe in quello straordinario atto di fede che rimarrà scolpito nei secoli: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Gesù usa una fine pedagogia. Se analizziamo bene la prima parte possiamo notare che Gesù non sembra dare molta importanza a quello che la gente pensa di lui. La sua prima domanda è quasi solo un’introduzione per presentare l’altra, quella che riguarda direttamente i suoi discepoli e che dunque è rivolta anche a noi, discepoli di oggi. Nella risposta di Pietro Gesù non è più “uno dei” ma “l’unico”. Se per il mondo Gesù è “uno dei”, per la Chiesa è “Tu sei”.

Sant’Ambrogio afferma che «la Chiesa ha già il suo incantatore», ecco perché non può lasciarsi incantare da alcun altro all’infuori di lui. Il vero cristiano non può essere schiavo di niente e di nessuno, perché ha già il suo Incantatore e in lui ha già la risposta ai suoi dubbi esistenziali e l’oggetto unico del suo amore.

Anche oggi Gesù non si accontenta di sapere quello che si dice in giro riguardo a lui, ma ci chiede cosa noi pensiamo di lui. L’interrogativo su cui dobbiamo riflettere non è “Chi era Gesù?”, ma “Chi è Gesù oggi per me?”.

«Oggi, sentiamo rivolta a ciascuno di noi la domanda di Gesù: “E voi, chi dite che io sia?”. A ognuno di noi. E ognuno di noi deve dare una risposta non teorica, ma che coinvolge la fede, cioè la vita, perché la fede è vita! “Per me tu sei …”, e dire la confessione di Gesù. Una risposta che richiede anche a noi, come ai primi discepoli, l’ascolto interiore della voce del Padre e la consonanza con quello che la Chiesa, raccolta attorno a Pietro, continua a proclamare. Si tratta di capire chi è per noi Cristo: se Lui è il centro della nostra vita, se Lui è il fine di ogni nostro impegno nella Chiesa, del nostro impegno nella società. Chi è Gesù Cristo per me? Chi è Gesù Cristo per te, per te, per te… Una risposta che noi dovremmo dare ogni giorno» (Papa Francesco).

Una buona e santa domenica a tutti!