Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Sabato della VII settimana di Pasqua
Letture: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25
Riflessione Biblica
“Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”. Deciso Gesù! Non accontenta la curiosità di Pietro e lo invita a seguirlo. La curiosità non serve a nulla nella vita spirituale, ma l’importante è lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,7-8).
Lettura esistenziale
Pietro è rinato in Gesù, scopre anche lui di essere “discepolo amato”, sta guarendo dalla sfiducia in se stesso e può girarsi e vedere Giovanni, riconoscerlo e riconoscersi in lui. Giovanni è il discepolo che sta sul cuore di Gesù, conosce il suo amore, lo ha vissuto intimamente, può comprendere Dio, l’uomo, la vita e può raccontare a noi. Così oggi possiamo ascoltare, poggiando il capo sul cuore del vangelo, innamorati della Parola, scoprire che questo racconto ci crea, risveglia verità profonde, ci dice quello che lo Spirito muove in noi . Gesù sta parlando a noi, che finalmente ci sentiamo amati: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Seguimi”: possiamo seguire solo Gesù , nessun altro, imparando da Giovanni ad essere sempre in comunione intima con Gesù, così l’amore rimane in noi e possiamo offrirlo al mondo in infiniti modi, ai fratelli, fino alla fine del mondo, quando tutto è compiuto. Con Pietro e Giovanni insieme, siamo Chiesa viva nell’amore, che dimora in noi, nonostante i tradimenti e le miserie, perché siamo comunque e sempre amati e salvati. La Parola è una creazione continua, ed abbiamo tutta la nostra vita per essere rigenerati figli di Dio, rispondere nuovi si, nella verità dell’amore che comprendiamo attraverso lo Spirito e possiamo trasmettere.
La verità è il problema di ogni relazione, ma possiamo conoscerla solo fidandoci, così sperimentando ciò che accade, riconosciamo ciò che è vero e ciò che non lo è, ciò che viene dall’amore e ciò che viene dall’egoismo. E’ una comprensione infinita, che non possiamo mai abbracciare del tutto e noi, mentre leggiamo il Vangelo, siamo in profonda relazione con Dio e con noi stessi, perché il Vangelo legge la nostra verità profonda, la risveglia, la realizza in nuove consapevolezze che ci avvicinano sempre più alla nostra autentica realtà di figli .
E’ un dono continuo, una Grazia che ci prende e ci fa vivere di questo, che ci fa aprire il nostro cuore, mentre tutto il resto lo compie il Signore.