• 4 Maggio 2024 15:38

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della V settimana di Pasqua

Letture: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

Riflessione biblica

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,12-17). Semplice e chiaro il comando di Gesù. E quanta luce in queste parole belle e sagge: il cuore si illumina di immenso. L’amicizia è una realtà bella, difficile, impegnativa: “Ama l’amico e sii a lui fedele” (Sir 27,17), perché “un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo valore” (Sir 6,14-15). Ciò è valido anche per l’amicizia con Gesù: nasce dal rapporto d’amore che abbiamo stabilito con lui. E tale rapporto ha connotati chiari: è tra uguali, si instaura nella verità, cresce nell’amore reciproco, condivide gioie e dolori. È tra uguali: l’ha voluto Gesù per amore, come è scritto: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16). Ci rende simili a Gesù: “In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16). S’instaura nella verità: “Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv 1,6). Cresce nell’amore reciproco: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). Condivide gioie e dolori: “Mi lascio crocifiggere con Cristo, non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19-20). L’amicizia con Gesù è dono di amore che ci rinnova e ci fa crescere: “Agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Rinnoviamoci nello spirito e rivestiamo l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4,15.24). Ci rende operosi nell’amore: “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rom 12,10-12).

Lettura esistenziale

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 12s). Il Vangelo odierno ci ripropone l’insegnamento di Gesù sul più grande comandamento: il comandamento dell’amore, che è duplice: amare Dio e amare il prossimo. Se l’amore di Dio ha messo radici profonde in una persona, questa è in grado di amare anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi. Il padre e la madre non amano i figli solo quando lo meritano: li amano sempre, anche se, naturalmente, fanno loro capire quando sbagliano. Da Dio noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male. Impariamo a guardare l’altro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio. Uno sguardo che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di là delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell’altro: attese di essere ascoltato, di ricevere un’attenzione gratuita; in una parola: di essere amato. Ma si verifica anche il percorso inverso: che aprendomi all’altro così com’è, andandogli incontro, rendendomi disponibile, io mi apro anche a conoscere Dio, a sentire che Egli c’è ed è buono. Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili e stanno in rapporto reciproco. Gesù ha rivelato che essi sono, in fondo, un unico comandamento, e lo ha fatto non solo con la parola, ma soprattutto con la sua testimonianza: la Persona stessa di Gesù e tutto il suo mistero incarnano l’unità dell’amore di Dio e del prossimo, come i due bracci della Croce, verticale e orizzontale. Nell’Eucaristia Egli ci dona questo duplice amore, donandoci Se stesso, perché, nutriti di questo Pane, ci amiamo gli uni gli altri come Lui ci ha amato.