Un “dove” fondamentale che stabilisce l’orientamento della nostra vita

Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Letture: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11
Riflessione biblica
Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Domanda di grande rilevanza spirituale: non c’è più la presenza fisica di Gesù; persiste nel cuore e nella nostra vita di credenti la sua presenza spirituale. Non siamo soli: “il Paraclito, lo Spirito della verità, è in noi e tra noi, ci guiderà a tutta la verità e ci annuncerà le cose future” (Gv 16,13). E lo Spirito che ci indica “dove” dobbiamo guardare e cercare Gesù: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, assiso alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2). Il “dove” stabilisce l’orientamento della nostra vita, perché è scritto: “dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). E il nostro tesoro è Gesù, che è ritornato al Padre per prepararci un posto nella sua dimora celeste: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14,3).
Lo Spirito indirizza la nostra mente, per conoscere la via che conduce là, dove egli è pienezza di verità e vita eterna: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Affidiamoci a Gesù ed egli compirà il nostro desiderio di comunione con lui: “Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà: farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno” (Sal 37,5-6). Anzi, nello Spirito “abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne” (Ebr 10,19-20). Indirizza il nostro cuore, per vivere il comandamento di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (Gv 15,12).
Gesù dimori sempre nel nostro cuore: “Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17-19). E saremo con lui nella sua gloria: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17,24).
Lettura esistenziale gesu-300x215 Un "dove" fondamentale che stabilisce l’orientamento della nostra vita
La tristezza dei discepoli è la nostra tristezza, tanto umana, quanto inevitabile, perché mettiamo radici negli affetti e li teniamo stretti, rifiutiamo di separarci da chi amiamo, siamo coinvolti nell’esperienza con l’altro che è anche fisica, concreta, reale. Quel dolore sarà rimasto comunque nel cuore dei discepoli, nel nostro, mentre Gesù afferma “ora vado” e sposta l‘attenzione su un altro livello, quello che lui ha tenuto vivo nel suo cuore, durante tutta la sua permanenza sulla terra, il legame con “colui che mi ha mandato”.
E’ un “dove” fondamentale, una verità che oltrepassa l’umano, che innalza verso una consapevolezza troppo aldilà della nostra comprensione, siamo confusi, perché ciò che per lui è bene non lo è per noi: ” E’ bene per voi che io me ne vada”. Gesù, il Maestro, ci ha rivelato l’amore , ma abbiamo compreso che fondamentalmente è lui stesso amore, con lui il nostro cuore palpita, prova una gioia sempre nuova e lo stupore di fronte ai continui capovolgimenti, perché niente è scontato e con lui ci liberiamo da tutto ciò che ostacola l’amore. Si è servito di parabole, metafore, esperienze concrete per guidarci alla conoscenza, ed adesso che deve andar via , la sua assenza fisica diventa presenza viva del suo Spirito in noi, che ci fa essere donne e uomini nuovi, che aperti all’amore possiamo raggiungere la consapevolezza e vivere come lui ha vissuto.
Con il ritorno di Gesù al Padre inizia la storia della vita nello Spirito, della nostra vita di figli e fratelli, diventiamo adulti, possiamo dare valore alla nostra esistenza , riconoscendo in noi la presenza viva del Signore . L’ amore verso i fratelli, nel nostro cammino, realizza anche per noi quel “dove” ,in questa vita, che vissuta nell’amore è già eterna. La tristezza è il nostro inganno, il potere della morte si basa sull’inganno e la menzogna, che Dio non è Padre e che la croce è fallimento, ma lo Spirito Santo, che è amore, ci fa capire che l’origine di ogni fallimento, il peccato, è proprio non credere nel Figlio, non credere che siamo figli dello stesso Padre, che siamo fratelli, tutti lungo la strada di ritorno al Padre.
Il cammino è già iniziato adesso, qui, amando i fratelli: veniamo da Dio e torniamo a Dio. Con il dono dello Spirito impariamo ad affrontare la vita e la morte in un modo diverso: la vita come amore per gli altri e la morte come ritorno al Padre.
Chiediamo al Signore di farci vivere in pienezza, guidati dallo Spirito, per scrivere nel cuore di Dio una storia, che durerà quanto la nostra vita, che sarà rivelazione al mondo di chi siamo e di ciò che è essenziale.
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