• 1 Maggio 2024 22:02

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11

Riflessione biblica

“Sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,1-11). È fiducia in Gesù: ne abbiamo bisogno nella vita spirituale. Fiducia sulla sua parola, altrimenti le notti in bianco si moltiplicano e non sappiamo che pesci pigliare. La risposta di Pietro è una luce-guida per noi. “Sulla tua parola”: la fiducia non nasce dalle possibilità umane: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Prov 3,5-6). Al centro della nostra vita ci sta “la Parola di Dio”. Parola insegnata da Gesù e da noi ascoltata: essa alimenta la vita spirituale: “È lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e vita” (Gv 6,63). Gesù è la “parola vivente di Dio”: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Parola efficace e potente: penetra nella nostra vita e la cambia: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12). “Getterò le reti”: la parola di Gesù ci invita ad operare con lui ed essa realizza cio che promette: “presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano” (Lc 5,6). La parola di Gesù operò il miracolo, conquistò i cuori dei suoi discepoli, li trasformò e li abilitò alla salvezza. Siamo chiamati alla salvezza e ad operare per la salvezza: Gesù stabilisce un rapporto di fiducia, abilita alla missione: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5,10). Nelle parole degli apostoli risuona la parola di Dio: “Noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti” (1Tes 2,13).

Lettura esistenziale

“Presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano” (Lc 5, 6). La narrazione di questo miracolo operato da Gesù mi fa pensare che Dio opera sempre in modo “esagerato”. Non sarebbe bastata una discreta quantità di pesci? No! I pesci erano così tanti che le reti quasi si rompevano. Non sarebbe bastato mutare l’acqua in vino alle nozze di Cana? No! Il vino era il migliore di tutta la serata, tanto che tutti erano stupiti per avere servito il vino buono alla fine e non il contrario. Non poteva bastare che Cristo ci redimesse con una sola goccia del Suo Sangue preziosissimo? Certo. Egli invece muore in croce, dopo una Passione terribile, per attestarci che ci ama in modo esagerato. L’amore non conosce misura. Come afferma S. Agostino “La misura dell’amore è: amare senza misura”.  Lo sanno bene gli innamorati che sono capaci di commettere follie per dimostrare il proprio amore alla persona amata. Gli evangelisti, per indicare l’amore di Dio usano il termine: Àgape, che indica un amore disinteressato, gratuito, smisurato, totale e incondizionato, quell’amore che ci permette di lavare i piedi al prossimo, di amare il nemico, di accogliere chi ci sta antipatico, ecc…. Questo è un amore diverso e superiore all’amore di amicizia (Filéo) che ci fa scegliere e amare alcune persone con le quali abbiamo qualche affinità o che ci stanno simpatiche ed escluderne altre e ci fa assomigliare invece al modo di amare di Dio che non esclude nessuno. La Vergine Maria, Figlia dell’Amore, Sposa dell’Amore, Madre dell’Amore, ci aiuti a non soffocare quell’amore che abbiamo nel cuore. Ci insegni a custodirlo, ad alimentarlo e a donarlo, nella certezza che condividendolo si moltiplicherà. Amen!