• 9 Maggio 2024 7:03

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

Riflessione biblica

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28-30). Toccano il cuore queste parole di Gesù: è invito ad essere in intimità con lui per trovare riposo fisico e spirituale, rimedio per vincere la fatica del nostro esistere quotidiano e l’oppressione del male che ci sovrasta e affligge.gesu-3-300x195 Venite a me Venite a me: accettiamo l’invito di Gesù, rompiamo la monotonia dei giorni sempre uguali, immergiamoci nella meditazione delle sue parole che comunicano spirito e vita, nell’adorazione del suo mistero di amore che ci fa risorgere a vita nuova. Prendete il mio giogo”: il giogo di Gesù è l’amore; non è gravoso (1Gv 5,3), semplifica la vita, ci rende liberi dai condizionamenti che il mondo ci impone, e ci rende dono ai fratelli. Ma per poter vivere nell’amore bisogna imparare da Gesù: lui è il maestro che ci insegna ad amare nell’umiltà e mitezza. Impariamo l’umiltà: svuotò se stesso, si umiliò, si fece obbediente per noi (Fil 2,6-8),  imitiamo Gesù nell’umiltà: “Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi” (Rom 12,3.16), soprattutto ad avere l’umiltà del suo cuore: valutatendoci in modo saggio e giusto secondo la misura di fede che Dio ci ha dato” (Rom 12,3), accogliendo i poveri e liberando il nostro cuore da ogni superbia: “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi a ciò che è umile” (Rom 12,16). Apprendiamo da Gesù ad essere miti: compassione dinanzi alla miseria umana e al dolore umano, egli è venuto per guarire le nostre ferite; la nostra mitezza: equilibrio interiore che si oppone all’ira, alla violenza e si comporta con moderazione anche dinanzi all’ingiuria, alla violenza e all’indisciplina degli altri. Guardiamo Gesù: troveremo pace, gioia di vivere insieme, ristoro per la nostra vita spirituale. 

Lettura esistenziale

gesu-1-300x147 Venite a me“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11, 28). L’evangelista Matteo ci fa conoscere che quando Gesù percorreva le strade della Galilea annunciando il Regno di Dio e guarendo molti malati, provava compassione delle folle, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (cfr Mt 9,35-36). Lo stesso sguardo di compassione di Gesù, anche oggi ci raggiunge e si posa su di noi e su tanti nostri fratelli oppressi da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all’esistenza.

Gesù promette di dare a tutti “ristoro”, ma pone una condizione: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 29). Che cos’è questo “giogo”, che invece di pesare alleggerisce e invece di schiacciare solleva? Il “giogo” di Cristo è la legge dell’amore, è il comandamento che ha lasciato ai suoi discepoli (cfr Gv 13,34; 15,12). Il vero rimedio alle ferite dell’umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali è l’amore fraterno, che ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Cristo si impara imparandone il cuore, cioè il modo di amare. Il cuore non è un maestro fra gli altri, ma è «il» maestro della vita” (Ermes Ronchi).

Sia allora, quello di noi cristiani, il discepolato del cuore e troveremo ristoro.