• 5 Ottobre 2024 7:29

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Teresa Benedetta della Croce

Letture: Os 2,16.17.21-22, Sal 44; Mt 25,1-13

Riflessione biblica

“Le sagge, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi” (Mt 25,1-13). Essere vigilanti ed accorti è segno di saggezza: la sapienza infatti non si compra al mercato, perché “il Signore a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano” (Sir 1,10), e la si apprende nella docilità del cuore: “A essa ho rivolto la mia anima e l’ho trovata nella purezza. In essa ho acquistato senno fin da principio, per questo non l’abbandonerò” (Sir 51,20). E Dio guidò il cammino di Edith Stein per le vie della vera saggezza: la lettura di un libro di S. Teresa d’Avila e la preghiera di una donna semplice in una cappella di provincia l’aiutarono a restaurare il “vaso della sua fede” ed acquistare “l’olio dell’amore”, e si trovò pronta a ricevere il suo Signore. Colpita dall’esempio di quella donna semplice ma devota, imparò che la Verità non è una dottrina, ma una persona vivente, un amore grande da corrispondere. Illuminata dalla saggezza di S. Teresa, scoprì la “sapienza della Croce”, e in essa camminò spedita, comprendendo pienamente che “per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio” (1Cor 1,24). Non cercò più “segni”, ma Gesù crocifisso fu il segno efficace del suo vivere e del suo amare. La sua fede divenne “vaso prezioso”, splendente della luce di Cristo crocifisso, il suo amore “olio profumato e prezioso”, che la rese partecipe ad Auschwitz della sofferenza di Gesù, “centro della sua vita” e le permise di “entrare con lui alle nozze eterne del suo Regno” (Mt 25,10).

Lettura esistenziale

“Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo” (Mt 25, 1). Gesù è la Luce del mondo (Gv 8, 12) e il cristiano è in questo mondo come una lampada che, mediante il Battesimo, riceve luce da Cristo ed è chiamato ad alimentarsi continuamente a questa sorgente. Quello che è la lampada per la casa, è l’occhio per il corpo: la finestra attraverso cui entra la luce. L’occhio del discepolo non è come quello di coloro che “vedendo non vedono” (Lc 8, 10), ma piuttosto come quegli occhi che Gesù chiama “beati” perché vedono Lui (Mt 13, 16). Egli infatti è quella Luce che illumina il cuore. La vita dipende dallo sguardo e lo sguardo dipende dalla vita. La nostra vita dipende dallo sguardo con cui guardiamo alle persone, alle cose, alla storia, a noi stessi. Gesù ci invita ad avere uno sguardo luminoso e ce ne dona la grazia. I nostri occhi sono sereni e trasparenti, come quelli di un bambino, oppure sono cupi e tristi? Esprimono un cuore puro e pacificato oppure le nostre lacerazioni interiori si riflettono nei nostri occhi? Gli altri incontrano volentieri il nostro sguardo o i nostri occhi mettono paura a chi ci guarda? Vi si può leggere ciò che pensiamo e ciò che abbiamo nel cuore? Sono cordiali o inaccoglienti? Manifestano amore o altro? La preghiera, la vigilanza, la conversione continua, la carità operosa, progressivamente dissolvono le tenebre che sono in noi e tutto il nostro corpo diventa luminoso, ad immagine di quello di Cristo. Riusciremo a sostenere la profondità dello sguardo di Cristo, quando lo vedremo faccia a faccia? “Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a Lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi Suoi e a Lui noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4, 13). Prepariamoci all’incontro più importante della nostra vita. Il Signore Gesù Cristo ci trovi, al suo arrivo, con le lampade accese e piene di olio.