• 29 Aprile 2024 8:00

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario

Letture Mi 6,1-4.6-8; Sal 49; Mt 12,38-42

Riflessione biblica

Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta” (Mt 12,38-42). Crocifisso-300x169 Alla ricerca di un "segno"Non è questione di “segni” né di “miracoli”, ma di fede e di disponibilità di cuore per entrare in relazione con Gesù e vivere secondo il suo insegnamento. Senza una vera conversione della mente e del cuore non si può comprendere la sua verità, il suo cammino di giustizia, di sapienza e di amore. Senza conversione, continueremo a chiedere inutilmente “segni e miracoli”di “vedere un segno” così eclatante da togliere ogni dubbio che Gesù sia l’inviato di Dio per la salvezza. La fede è fiducia in Gesù, è disponibilità a credere nel suo Vangelo che può trasformare la nostra esistenza, è donarsi a Colui che si è fatto dono di amore per noi. L’invettiva di Gesù: generazione malvagia e adultera” ha un tono profetico: richiama alla purezza del cuore, per poter contemplare le opere che Dio compie in Gesù per la nostra salvezza; a convertirci non cercando spettacolarità, ma onorando Dio con cuore semplice, leggendo nell’insegnamento e operato di Gesù l’avvento del Regno di Dio. Anche il “segno di Giona”, la morte e risurrezione di Gesù, non va nel senso della spettacolarità, ma nel segno della fede. Nella sua morte, siamo stati guariti: Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (2Pt 2,24). E dalla Croce Gesù attira tutti a sé: Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Nella sua risurrezione, è segno di salvezza per chiunque crede: Se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore! e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rom 10,9). Ma senza la fede, sono vere le parole di Abramo: “Figlio, se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” (Lc 16,31). per credere, abbiamo bisogno di una profonda conversione del cuore: un cuore sapiente che in Gesù trova la via, che ci conduce alla verità e alla vita eterna (Gv 14,6). Abbiamo bisogno di “fede agente mediante la carità”, per divenire insieme a Gesù “dono di salvezza” per tutti gli uomini.

Lettura esistenziale

eucarestia-300x138 Alla ricerca di un "segno" “Maestro, da te vogliamo vedere un segno” (Mt 12, 38). Quando ascolto o leggo questo brano evangelico, considerando il contesto in cui è situato, sorge in me un certo disappunto unito a stupore. Pochi versetti prima l’evangelista ci ha raccontato il miracolo, operato da Gesù, della liberazione di un indemoniato, cieco e muto. Ebbene, di fronte all’evidenza di questo segno, proprio i farisei, anziché riconoscere l’operato di Dio, concludono con l’espressione che Gesù scaccia i demoni per mezzo di Beelzebul, capo dei demoni (cfr Mt 12, 22-24). Ora, si presentano a Gesù chiedendo un segno, mentre hanno chiuso gli occhi sui tanti segni che Gesù ha già compiuto. Quando si tengono chiusi gli occhi, anche se il sole continua a brillare, si può affermare che non c’è. Al disappunto e allo stupore fa seguito però, nel mio cuore, il timore di comportarmi allo stesso modo degli scribi e dei farisei chiudendo gli occhi o cadendo nell’abitudine o diventando insensibile alle meraviglie che ogni giorno il Signore compie.

Allora più che chiedere: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”, concludo pregando: “Signore, donami occhi per riconoscere i segni che compi e renderti lode come meriti”.