• 3 Maggio 2024 6:53

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Don Ciro Lo Cicero

XVI domenica del Tempo Ordinario

Letture: Gn 18,1-10; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Marta-Maria-e-Gesu-300x169 Contemplattivi: tra ascolto e servizioSe domenica scorsa abbiamo imparato ad agire in modo misericordioso come il buon samaritano, oggi, aiutati dalla bellissima pagina del Vangelo, siamo chiamati a fare sintesi nella nostra vita tra la dimensione attiva (quella del servizio) e la contemplativa (quella dell’ascolto).

“In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio…” (v.38)

Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme non è un semplice trasferimento, ma è la visita di Dio al suo popolo. Gesù fa sosta nel villaggio di Betania, accolto nella casa delle sorelle Marta e Maria. La loro premurosa accoglienza è un esempio di ospitalità delicata e piena d’amore, anche se espressa con atteggiamenti diversi.

“…Maria …seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi”. (v.39-40)

Maria va subito a sedersi ai piedi di Gesù e ascolta con umile e docile attenzione le sue parole. Marta, invece, come padrona di casa, pensa subito a preparare un buon pranzo al Signore. Ci accorgiamo subito che si tratta di una pagina provocatoria per la nostra vita personale e comunitaria.

Dalla Parola impariamo che:parola-2-300x225 Contemplattivi: tra ascolto e servizio

  1. Bisogna accogliere l’altro non solo nella propria casa, ma anche nella propria vita;
  2. E’ solo da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri.
  3. Una preghiera scrupolosa e un ascolto attento della Parola che però non porta all’azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, il fratello in difficoltà, è una preghiera sterile e un ascolto incompleto.
  4. Nelle nostre comunità possiamo correre il rischio di essere “attivisti del sacro”, dando più peso alle cose da fare, alle funzioni da celebrare, alle strutture da conservare, e dimenticandoci della centralità di Cristo da custodire.
  5. Non riserviamo più tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, rischiando così di servire noi stessi e non Dio, presente nei fratelli.

Potremmo continuare a lungo il nostro elenco.

Carissimi, la Parola penetri profondamente nel nostro cuore e ci disponga a renderla “pratica” nella nostra vita per essere seme fecondo nell’ambiente in cui siamo chiamati a vivere e a svolgere la nostra missione.

Buona domenica a tutti.