• 11 Ottobre 2024 14:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gen 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8

Riflessione biblica

“Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?” (Mt 9,1-8). L’una e l’altra cosa sono impossibili agli uomini. E Gesù reagisce alla mormorazione contro di lui: “Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore?” (Mt 9,4). La mormorazione non risolve i problemi: né quelli personali né quelli comunitari. Solo la fede in Gesù opera un duplice miracolo: quello dell’anima e quello del corpo. Anzi, ci insegna che che il male peggiore nell’uomo è il peccato: “Ma liberaci da ogni male” (Mt 6,13). Esso è il fallimento della relazione con Dio, con i fratelli e con il mondo che ci circonda. Liberato da esso, l’uomo ha la vera guarigione: essere in intimità col Dio misericordioso, libera l’uomo da ogni male: “Il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione” (Sir 2,11). Libero dall’egoismo, entra in giusta relazione con i fratelli, perché solo l’amore apre alla vita e alla solidarietà con gli altri. Aperto alla vita, può avere armonia con tutto il creato, alla maniera di Francesco d’Assisi: “Laudato sie, mi’ Signore cum tutte le tue creature”. La salute dell’anima è alla base di tutta la nostra vita fisica e spirituale. La vita fisica: nel cammino spirituale, quando ci sentiamo male, anche il nostro spirito si appesantisce e diviene difficile progredire nel bene. La vita spirituale: quando non ci sentiamo a posto nel nostro intimo, diveniamo intrattabili e il nostro fisico risponde con pesantezza e a malavoglia. Credere in Gesù è essenziale, per comprendere il suo operare salvifico: “Le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”. E sono “le opere di Dio” che testimoniano della sua missione messianica di liberarci da ogni male (Lc 4,18), che opprime l’uomo, sia nella dimensione fisica che in quella spirituale. Ricorriamo a Gesù, il medico divino: chiediamo a lui di guarirci nel corpo e nello spirito, in modo da essere liberi dalla “paralisi dell’anima”, che ci impedisce di camminare spediti nella via della santità, e dai condizionamenti fisici per servirlo con generosità e amore.

Lettura esistenziale

«Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”» (Mt 9, 2). Con queste parole Gesù mostra di voler guarire prima di tutto lo spirito del paralitico che gli viene posto dinanzi da quattro persone. Quest’uomo è immagine di ogni essere umano a cui il peccato impedisce di muoversi liberamente, di camminare nella via del bene, di dare il meglio di sé. In effetti, il male, annidandosi nell’animo, lega l’uomo con i lacci della menzogna, dell’ira, dell’invidia e degli altri peccati, e a poco a poco lo paralizza. Per questo Gesù, suscitando lo scandalo degli scribi presenti, dice prima: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”, e solo dopo, per affermare l’autorità conferitagli Dio di rimettere i peccati, aggiunge: “Alzati, aggiunge il tuo lettuccio e va’ a casa tua» (Mc 2, 11) e lo guarisce così completamente, prima nello spirito e poi nel corpo. Il messaggio è chiaro: l’uomo, paralizzato dal peccato, ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donargli, perché, guarito nel cuore, la sua esistenza possa rifiorire. In Gesù, Dio Padre si piega su noi suoi figli e ci tende la mano della sua misericordia, infondendoci il coraggio di rialzarci, dopo ogni caduta, e di riprendere il cammino. “Cosa vuol dire: cammina? Avanza, avanza nel bene. Se tu progredisci, cammini; ma devi progredire nel bene, nella retta fede, nella buona condotta. Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti!” (S. Agostino).