Cari Fratelli e Sorelle,
il Signore vi dia pace!
800 anni fa san Francesco ha voluto vivere il Natale a Greccio:
– in grotte simili a quelle di Betlemme, in condizioni molto semplici e povere;
– con i suoi fratelli e la gente umile del luogo;
– celebrando l’Eucaristia sul presepio, che così diventa un “presepio eucaristico”.
Francesco sale a Greccio dopo aver consegnato alla Chiesa la Regola, perché l’approvasse. Il cuore della Regola è seguire i passi di Cristo, povero e umile. A Greccio il Poverello vuole semplicemente fare memoria del Bambino di Betlemme, “vedere con i suoi occhi” la povertà e l’umiltà di Gesù nella sua nascita ed entrare così nella sua via, per farla con lui. Questa strada lo porterà alcuni mesi dopo alla Verna, per diventare un tutt’uno con il suo Signore povero e crocifisso, nella via dell’amore. La letizia è il frutto di questo percorso, in un tempo della vita molto doloroso per lui.
Memoria, povertà e gioia: ecco gli ingredienti del Natale di Greccio. Francesco li ritrova nell’Eucaristia, dove facciamo memoria della “discesa” del Signore “in poca apparenza di pane”, e sperimentiamo la gioia della presenza tra noi di Colui che si unisce a noi totalmente, perché noi ci doniamo a Lui.
Come? Quale strada per noi oggi?
Ravvivare la nostra relazione di amicizia e di amore con il Signore Gesù, rinnovando il dono di tutta intera la nostra vita a Lui è la prima risposta. Non esitiamo a darla! Le immagini che ci giungono dai luoghi di guerra e di povertà del nostro mondo ci aiutano a fare memoria della presenza di Gesù tra i piccoli della terra e ci spingono a rispondere al loro grido, pregando e operando concretamente per la pace e la solidarietà. Non siamo sordi al pianto dei bambini, all’angoscia dei genitori, alla solitudine degli anziani vittime di violenze e di guerra. Ovunque e in particolare oggi tra i popoli che vivono in Terra Santa e in Ucraina.
Con questi sentimenti, un caro e fraterno augurio di Buon Natale e sereno Anno Nuovo a tutti voi. Pace e bene!