• 7 Ottobre 2024 6:53

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Boom di firme per il referendum sulla cittadinanza

Tremila firme all’ora, tanto che il sito è andato in tilt nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 settembre, con il raggiungimento di 100mila sottoscrizioni: prosegue a gonfie vele la raccolta delle firme per il referendum sulla cittadinanza e «solo nelle ultime 24 ore – si legge in un post diffuso sui social da +Europa – sono arrivate oltre 35mila firme. È il segno che ce la possiamo fare a raccoglierne 500mila entro il 30 settembre. Dipende da ciascuna e ciascuno di noi: diciamolo a tutte e tutti, condividiamo, parliamone ovunque. Perché firma dopo firma dimostriamo che un’Italia più giusta esiste».

Nello specifico del boom tale da mandare in tilt la piattaforma pubblica del governo, entra invece Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Con l’adesione di oltre 30 sindaci, di tante personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo come il professor Alessandro Barbero, il ct della nazionale femminile di Pallavolo Julio Velasco, la cantante Levante, il regista Matteo Garrone, l’attore Andrea Pennacchi, nelle ultime ore c’è stata una impennata di firme al ritmo di 3mila firme all’ora. Nella tarda serata (di giovedì 19 settembre, ndr) e per tutta la notte successiva la piattaforma pubblica del governo è però rimasto oscurato, impedendo a migliaia e migliaia di persone di sottoscrivere il referendum. L’obiettivo è difficile ma è a portata di mano per una riforma della legge sulla cittadinanza che farebbe fare un passo avanti al nostro Paese. Serve uno sforzo ulteriore da parte di tutti per raggiungere questo risultato».

Martedì prossimo, intanto, ci sarà alla Camera il voto sulla mozione Pd sul tema della riforma della cittadinanza. Una mozione dei deputati Ouidad Bakkali, Mauro Berruto e altri presentata, come rimarca Bakkali, «ben prima che si aprisse il dibattito estivo sul tema della cittadinanza. E’ una mozione che rappresenta la nostra idea di riforma: ampia, avanzata, organica e che quindi non si ferma alla polarizzazione tra gli ius soli, ius scholae e naturalizzazione ma che tiene insieme tutti gli ius».

E proprio su questi ultimi aspetti interviene il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Se gli oriundi italiani sono intenzionati solo a sfruttare lo ius sanguinis per portarsi a casa il nostro passaporto e la nostra cittadinanza, che non è una cittadinanza qualunque, non sono d’accordo nel concedergliela così tanto facilmente. E lo dice uno il cui nonno era nato in Brasile. Se invece uno sceglie di essere davvero un cittadino italiano – aggiunge Zaia – imparando la nostra lingua, conoscendo il nostro Paese e magari avendo anche intenzione di venire ad abitare qui, allora, in questo caso, e con questi requisiti minimi, non avrei nulla da obiettare».

Tornando al referendum, la firma è stata apposta anche da Laura Boldrini. deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, che così motiva la sua decisione: «Ho firmato perché le bambine e i bambini che nascono o crescono nel nostro Paese, frequentano le nostre scuole, vivono insieme a noi, sono italiani tanto quanto le nostre figlie e i nostri figli. Bisogna cambiare la legge del 1992, il mondo nel frattempo è cambiato e anche il nostro Paese. Ma in Parlamento la maggioranza si rifiuta di prendere atto della realtà e di assumersi le proprie responsabilità. Per questo c’è bisogno di una mobilitazione».

(fonte Avvenire)