Mons. Filippo Sarullo parroco della chiesa cattedrale di Palermo che ha presieduto l’eucarestia del funerale dell’eroe di Italia 90 lo ha raccontato così: «Totò è il volto bello della Palermo che non molla. Ha trasmesso luce anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perché ha fatto sognare l’Italia. In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport delle istituzioni e del popolo; è stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio».
L’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice che è intervenuto al rito funebre benedicendo la salma dell’ex calciatore, ha detto che la città, «con la morte di Totò Schillaci, perde un simbolo di riscatto. Un ragazzo di umili origini che riesce a farsi strada nonostante gli ostacoli e le tante ostilità incontrate lungo il suo cammino, fino a diventare una vera e propria icona dello sport nazionale». Poi paragone paragone l’ex capocannoniere del Mondiale del 1990 con Don Pino Puglisi. «Se qualcuno fa qualcosa questa città la possiamo cambiare e Palermo la dobbiamo cambiare. Io dico grazie a Totò Schillaci perché, lui ragazzo semplice, ha voluto dedicarsi ai nostri ragazzi. E’ andato in strada, è stato con loro, li ha tolti dalla strada per provare a dargli un futuro. Lo ringraziamo tutti».
Presenti i suoi compagni di Nazionale Bergomi e Giannini