Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della XXXVI settimana del Tempo Ordinario
Letture: Ap 14,14-19 Sal 95 Lc 21,5-11
Riflessione biblica
“Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine” (Lc 21,5-11). La fine del mondo è certa, anche se non conosciamo quando essa accadrà. L’importante è mantenere la calma interiore e il pensare positivo. La curiosità è alla base della scienza, ma non della conoscenza sapienziale: la scienza tende a sapere molto, la sapienza a conoscere l’essenziale che guida la vita. Non importa sapere la data della fine di tutte le cose: importante è essere vigilante e mantenersi fedeli a Cristo, basarsi sulla sua parola di verità e di vita e non sulle parole di falsi profeti, che cercano di impaurirci con profezie apocalittiche. Non abbiamo bisogno di chi ci indichi la via che conduce a Dio e ci introduce alla vita eterna. Restiamo saldi nella nostra fede e “non prestiamo fede ad ogni spirito, ma mettiamo alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo possiamo riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio” (1Gv 4,1-3). Non abbiamo bisogno di persone che ci indicono la via della salvezza: “Gesù è la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Inoltre, abbiamo lo Spirito Santo che ci “insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto ciò che Gesù ci ha detto” (Gv 14,26). Siamo sempre in comunione con Cristo e, orientati a Cristo, “cerchiamo le cose di lassù, dove Cristo è assiso alla destra del Padre” (Col 3,1), e “qualunque cosa facciamo, la facciamo di buon animo, per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceveremo come ricompensa l’eredità” (Col 3,23-24). Lavoriamo in pace, amiamo con cuore sincero Dio e il prossimo: serviamo il Signore!
Lettura esistenziale
“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta” (Lc 21, 6). L’anno liturgico volge al termine e i Vangeli parlano sempre più di considerazioni sulla fine, o meglio, sul fine della storia. La scena di questo mondo, infatti, passa e alla fine cosa rimane? San Giovanni della Croce afferma: “Alla sera della vita non rimane che l’amore!”. Il nostro sguardo è sempre attirato, colpito dalla bellezza delle cose, come in questo brano evangelico dalla bellezza del tempio. Ma c’è una bellezza che viene dall’estetica, dalla superficie, e una bellezza che invece viene invece dalla sostanza. Per esempio due persone possono sposarsi attratti dalla bellezza reciproca, ma l’amore è continuare a vedere la bellezza anche quando le rughe inizieranno a solcare il volto, e i capelli a diventare bianchi. L’amore è capace di vedere oltre. Gesù nel vangelo di oggi cerca di educare la gente che lo sta ascoltando a saper andare al di là dell’apparenza e a vivere come se il giorno che viviamo fosse l’unico. Infatti il passato è ormai passato e il futuro non ci appartiene, abbiamo concretamente a disposizione soltanto l’oggi che possiamo vivere colmandolo di amore.